“Non mi sono dimesso per l’avviso di garanzia – ha detto – ma per le conseguenze che quell’avviso stava determinando. Dopo la notizia, ho visto che tutto si stava fermando: la macchina amministrativa, i dirigenti, la burocrazia. In Calabria, quando ti vedono come un presidente azzoppato o un ex presidente, si blocca tutto”. Lo ha detto, Roberto Occhiuto, presidente rieletto della Regione Calabria, a ‘Ping Pong’, Rai Radio1, con Annalisa Chirico.
“Non ho mai avuto condotte minimamente censurabili: questa è la prima inchiesta della mia vita e non ho nulla da temere. Ho voluto dare risalto mediatico all’indagine, sapendo che in questo modo avrei spinto i magistrati a indagare con ancora più profondità. Ho detto pubblicamente: ‘indagate pure a 360 gradi, io non ho nulla da nascondere’. Mi sono dimesso non per paura, – ha aggiunto – ma per rispetto delle istituzioni, perché tutto si era bloccato. Ho resettato ogni cosa, e oggi i miei funzionari sanno che dovranno lavorare con me per altri cinque anni, con fiducia e continuità”.
Occhiuto ha anche riproposto la sua posizione sulla realizzazione del Ponte: “Mi auguro che nei prossimi cinque anni si possa finalmente concretizzare la realizzazione del Ponte sullo Stretto: credo che ormai siamo all’ultimo miglio”.
“Il Ponte sullo Stretto – ha aggiunto – è un’opera sostenibile solo se diventa un attrattore di investimenti. L’ho detto al ministro Salvini e al governo, e così è stato: grazie al Ponte ho ottenuto 3 miliardi e 800 milioni per la strada ionica calabrese, 900 milioni per l’autostrada e 500 per un’altra arteria. Nei trent’anni precedenti i governi avevano assegnato solo un miliardo. È già servito a portare risorse e sviluppo, e così sarà anche in futuro”- ha sottolineato.