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giovedì, 25 Aprile, 2024
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Nuove professioni post-covid: l’emergenza come opportunità

Uno dei settori più in crescita e meno impattato dalla pandemia è il settore digitale e le attività ad esso connesse.

Secondo gli ultimi dati INPS, la pandemia, nel primo semestre del 2020 ha distrutto circa 500.000 posti di lavoro. Al contempo però, ha creato nuove figure professionali. Unilavoro Pmi ha setacciato il tessuto socio-economico e tratto nuove realtà che si diramano nel mondo del lavoro. Oltre alle professioni più note, richieste soprattutto in ambito sanitario, Jobiri (impresa innovativa a vocazione sociale) ha identificato le nuove figure professionali e i nuovi lavori creativi emersi durante la pandemia.

Potremmo parlare, ha introdotto Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi, di rivoluzione post covid. Le restrizioni e tutte le misure di prevenzione hanno portato le aziende a selezionare nuove figure professionali: responsabili del tracciamento dei contagi (contact tracer), addetti alla gestione code e al distanziamento sociale, addetti alla sanificazione, responsabili del lavoro remoto (head of remote work), installatori di schermi protettivi, addetti alla cucitura e confezionamento della mascherine, outdoor personal trainer e nuovi interior design, i quali hanno dovuto modificare e riconfigurare la disposizione interna dei locali.

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Oltre a queste figure, che sono tra le più note, a sorpresa, ne sono sorte altre, molte delle quali estremamente utili e indispensabili. Supermercati e ipermercati, evidenzia Guzzi, per gestire l’aumento dei clienti ed il giro d’affari, hanno assunto e continuano a ricercare, nuovo personale: addetti agli ordini on-line, addetti alle consegne, addetti al rifornimento scaffali, addetti vendita, cassieri e magazzinieri. Il settore della ristorazione, continua Guzzi, vista la normativa molto stringente in materia di somministrazione di alimenti e bevande, soprattutto durante il lockdown, ha ricercato nuove figure che operassero all’esterno e che fossero in grado di rispondere alle esigenze dei clienti. La consegna di bevande e cibo è avvenuta grazie al lavoro di nuove figure professionali, i riders, persone munite di auto, moto o bici, che hanno consentito di gestire le consegne a domicilio di cibo e bevande ( food and grocery delivery).

Anche il settore della logistica ha avuto la necessità di introdurre nuove figure professionali. La condizione di isolamento sanitario a casa, ha portato le persone a scegliere lo shopping online. Questa nuova esigenza ha comportato un aumento della domanda di data entry, addetti al customer service, addetti al packing, addetti alla preparazione delle spedizioni, assistenti di magazzino e autisti di furgoni e camion. Tantissime altre figure hanno investito il mondo della sanità e del digitale. Nonostante gli ospedali siano carenti di personale sanitario, pare stia scalando la classifica delle professioni più richieste in ambito sanitario: addetti alle pulizie, personale amministrativo e personale di reparto.

Uno dei settori più in crescita e meno impattato dalla pandemia, continua Guzzi, è il settore digitale e le attività ad esso connesse. Scalano infatti la classifica delle professioni più richieste: e-commerce manager, seo e sem specialist, data scientist, sviluppatori di app, web developer,  social media manager, community manager,  esperti di Blockchain, growht hacking e di digital marketing. L’emergenza sanitaria e le relative restrizioni, conclude Guzzi, hanno dimostrato che, per non soccombere, bisogna adattarsi ai cambiamenti e al progresso. Le aziende che hanno percepito questa necessità, hanno adottato tutte le strategie, implementato nuovi modelli di business e resistito, con successo, all’urto violento della crisi economica.

(c.s.)

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