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mercoledì, 24 Aprile, 2024
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Non solo “no vax” e “no pass”, anche in Calabria è tour de force per chi può essere esentato dal vaccino

L’entrata in vigore dell’obbligo di green pass per tutte le categorie di lavoratori ha favorito un incremento delle vaccinazioni spingendo tanti incerti a cambiare idea, ma non ha convinto lo zoccolo duro dei contrari, una minoranza che si assottiglia eppure resiste. Non ci sono però soltanto no vax o no green pass. Tra chi non ha ancora fatto l’iniezione anti-Covid si contano anche persone per le quali questo vaccino è controindicato a causa di motivi di salute, che hanno diritto a un’esenzione provvisoria. A coloro che ottengono l’esonero non è richiesto il possesso di green pass e quindi neanche devono sottoporsi al tampone rapido ogni 48 ore per dimostrare di non essere positivi al Covid, ma sono tenuti a continuare ad osservare le norme di prevenzione e comunicare ogni sintomatologia sospetta.

A prevedere questa opzione è una circolare del Ministero della salute, la 35309 del 4 agosto 2021, che indica le situazioni in cui si può rinviare il vaccino (al momento infatti l’esenzione è temporanea, inizialmente con limite fino allo scorso 30 settembre e poi prorogato al 30 novembre). Un elenco rigido e circoscritto (allergie a componenti del vaccino, reazioni gravi dopo le dosi e gravidanza), ma la circolare precisa che la valutazione è discrezionale e viene effettuata caso per caso: dunque è possibile che altri eventi non compresi tra i tre citati siano considerati di entità tale da consigliare il rinvio. L’esonero sarà poi rilasciato con una certificazione, sempre gratuita, da parte di medici degli hub vaccinali o medici e pediatri di base che operano nel piano delle vaccinazioni con il sistema sanitario nazionale.

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Regole chiarissime e, parrebbe, facili da applicare. In fondo basta conoscerle ed essere in grado di rispondere con un semplice sì o no all’utente che chiede l’esonero e vorrebbe sapere se ne ha diritto e cosa fare per ottenerlo. Invece il percorso da seguire non è così lineare: la discrezionalità prevista dalla circolare ministeriale – il criterio è consentire al singolo paziente di avere un’opinione sanitaria personalizzata e quindi essere sicuro di poter fare il vaccino senza controindicazioni (o al contrario di poterlo rinviare) – non riguarda solo le patologie ma anche il loro accertamento. Purtroppo, di fatto questa regolamentazione obbliga il paziente a una specie di giro delle sette chiese dove ognuno è legittimato a chiedere documenti diversi e potrebbe persino capitare che tra due persone con uguale situazione clinica uno ottenga l’esenzione e l’altro no perché l’esame dei riscontri presentati è stato effettuato da due medici diversi. Ci è stato infatti segnalato che nei vari punti vaccinali dell’Asl di Reggio Calabria alla richiesta sono state date risposte diverse, e spesso smentendo i colleghi anche con toni piuttosto piccati.

Si va dall’indicazione che basti portare una dichiarazione del proprio medico di famiglia che sconsiglia la vaccinazione a causa di patologie pregresse o attuali; alla necessità di un’attestazione firmata invece dallo specialista, che secondo qualche responsabile di polo può essere un privato mentre per altri deve appartenere al settore pubblico; al rimando (con tanto di numero di cellulare privato) a medici deputati al rilascio della certificazione ma che, tirati in ballo nel rimbalzo di competenze, sostengono di non c’entrare nulla. Fino all’apoteosi del check up completo da fare soltanto in ospedale (ma l’esonero è valido fino al 30 novembre, deadline difficilmente compatibile con i tempi dei Cup). Sui farmaci troviamo poi altre teorie: ad esempio c’è chi consiglia di interrompere terapie per infezioni acute in corso così ad hoc, per poter fare il vaccino, e subito dopo riprendere l’assunzione di antibiotici, cortisone e quant’altro come nulla fosse.

Ma la versione più inconsueta è quella di chi dice che per ottenere l’esonero occorra prima prenotarsi dalla piattaforma nazionale e poi nella data prevista per il vaccino presentarsi con la documentazione sanitaria e farsi valutare sul momento dai vaccinatori, fissando contestualmente una nuova data. Procedura, questa, che non appare da nessuna parte della circolare e dalla quale partiamo chiedendo a Sandro Giuffrida, responsabile del dipartimento igiene e prevenzione dell’Asp reggina, quale iter deve seguire una persona che pensa di rientrare tra gli aventi diritto all’esenzione temporanea. Su quest’ultimo punto il dirigente risponde: «Negli hub che lavorano con le prenotazioni la richiesta è corretta ma dove si eseguono vaccinazioni senza passare dalla piattaforma, e nella nostra Asp è ormai così per la maggior parte dei poli, non è assolutamente necessario essere prenotati per avere una valutazione sull’eventuale rinvio».

Giuffrida non conferma invece che tutte le variegate interpretazioni della circolare da parte dei centri siano regolari. Ben diverso è, piuttosto, decidere con quella discrezionalità che consente ai medici di operare valutazioni che possono essere difformi tra loro. Cioè, in base a quanto dichiarato dal paziente e supportato da documenti clinici, il medico vaccinatore può ritenere i documenti sufficienti oppure chiedere altri esami o pareri specialistici, poiché è lui ad assumersi la responsabilità dell’esenzione che certifica. Spiega Sandro Giuffrida: «Il medico cui viene chiesto di rilasciare l’esenzione deve fare una valutazione rischi-benefici della vaccinazione considerato che rilasciare una esenzione espone il soggetto che non verrà vaccinato al rischio di contrarre l’infezione da Covid 19. In tale attività può richiedere, a seconda delle situazioni cliniche, la certificazione del medico di medicina generale dell’assistito o dello specialista che ha in cura il richiedente l’esenzione».

Insomma, una procedura unica applicabile ovunque non è stata stabilita dal Ministero e dunque occorre affidarsi alle classiche seconda e terza opinione, come in ogni situazione medica. Una postilla però va fatta: occorrendo vari documenti, analisi cliniche, prescrizioni di farmaci e visite specialistiche, i tempi per l’esenzione non sono brevi (una donna racconta di averla chiesta per una crisi epilettica avuta dopo la prima dose lo scorso aprile e di aver ottenuto il rinvio solo a settembre). E nel frattempo il green pass va ugualmente validato a suon di tamponi. Alla fine molti decidono di accantonare i dubbi (talvolta pure infondati o frutto di paure) e vaccinarsi, tanto più che tutti i medici vaccinatori hanno sul tema un atteggiamento molto confortante. Certamente l’esenzione è rigorosa perché viene rilasciata sotto propria responsabilità, ma non dovrebbe avvenire nello stesso modo per un diniego opposto nonostante pareri di specialisti consultati dal paziente e che già avevano sconsigliato il vaccino? Eppure se si chiede al medico di turno di firmare un’attestazione che esclude il rischio in quelle particolari condizioni provvisorie in cui il vaccinando si trova, nessuno è autorizzato a farlo. Ovvero: che andrà tutto bene ve lo assicuriamo noi, ma solo sulla parola.

Isabella Marchiolo

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