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venerdƬ, 26 Aprile, 2024
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Non si era piegato alle richieste dei mafiosi il tabaccaio Bruno Ielo ucciso a Reggio: 4 arresti-VIDEO

VIDEO Reggio Calabria – La Polizia di Stato di Reggio Calabria, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip nei confronti di soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di omicidio premeditato, tentata estorsione, rapina e tentato omicidio, reati aggravati (ad eccezione del tentato omicidio) dal metodo mafioso e dallā€™avere agevolato la ā€˜ndrangheta, e in particolare la cosca Tegano, operante nel quartiere Archi di Reggio Calabria. Eseguite anche diverse perquisizioni domiciliari.
ā€œGiĆ¹ la testaā€ ĆØ il nome dato allā€™operazione. Lā€™indagine della Polizia di Stato ha consentito di individuare il mandante e lā€™esecutore materiale dellā€™omicidio di Bruno Ielo, il tabaccaio ucciso con un colpo di pistola alla testa esploso da un killer da distanza ravvicinata, la sera del 25 maggio 2017 mentre rientrava a casa con lo scooter sulla strada Nazionale per Catona. Lā€™esercente reggino di 66 anni venne assassinato su mandato di un esponente della ā€˜ndrangheta reggina in modo plateale con una pistola abbandonata accanto al cadavere, perchĆ© non si era voluto piegare al diktat della cosca di chiudere la tabaccheria che da circa un anno aveva aperto a Gallico, facendo concorrenza a quella del mandante dellā€™omicidio, elemento di spicco della famiglia Tegano.
Il delitto doveva riaffermare di fronte a tutta la comunitĆ  il potere della cosca, pronta a reprimere chiunque osasse metterne in discussione la sua potenza criminale e il dominio sul territorio. Gli investigatori della sezione omicidi della questura di Reggio Calabria hanno acquisito le riprese di numerosi di impianti di videosorveglianza, per ricostruire la dinamica del delitto e individuare i componenti del commando.
Ad agire furono Francesco Polimeni e Cosimo Caramozzino che seguivano la vittima con una Fiat Panda rossa, in stretto raccordo operativo con il killer Francesco Mario Dattilo, a bordo di uno scooter. Secondo la ricostruzione, la moto e la vettura si alternavano ripetutamente nel pedinamento lungo la strada che la vittima stava percorrendo per ritornare a casa al termine della giornata di lavoro. Poi lā€™agguato mortale.
La polizia ha ricostruito anche la rapina dellā€™8 novembre del 2016, nel corso della quale Bruno Ielo rimase gravemente ferito al volto da un colpo di pistola esploso da uno dei due malviventi che avevano fatto irruzione allā€™interno della sua tabaccheria di Gallico. La rapina, organizzata con finalitĆ  intimidatorie da Francesco Polimeni, fu ā€˜appaltataā€™ a Francesco Mario Dattilo e Giuseppe Antonio Ciaramita, il quale aveva sparato in faccia alla vittima per avergli opposto resistenza. La rapina era finalizzata a costringere Ielo a chiudere lā€™attivitĆ  commerciale per consentire a Polimeni, gestore di una vicina tabaccheria, di avere il monopolio nella zona.
Gli investigatori hanno studiato le abitudini degli indagati, monitorato le loro condotte, analizzato le fattezze fisiche e il modus operandi particolarmente irruento e sono riusciti ad individuare elementi in comune alla rapina e allā€™omicidio. La Scientifica ha accertato che lā€™arma abbandonata da Dattilo dopo lā€™omicidio era dello stesso modello di quella impugnata sempre da lui durante la rapina dellā€™8 novembre 2016: una Beretta calibro 7.65. Non ĆØ escluso che lā€™arma sia la stessa utilizzata in occasione della rapina.

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