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mercoledì, 1 Maggio, 2024
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NOMI-DDA chiede la condanna di 59 imputati nel processo “Petrolmafie”

Sono 59 le richieste di condanna che, al termine della requisitoria nel processo “Petrolmafie”, ha fatto la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Come si ricorderà l’inchiesta che ha svelato l’infiltrazione dei clan vibonesi nel settore dei carburanti. Gli imputati devono rispondere a vario titolo di associazione di stampo mafioso, estorsioni, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche, intestazione fittizia di beni, evasione delle imposte e delle accise anche mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, contraffazione e utilizzazione di documenti di accompagnamento semplificati.

Ecco le richieste di condanna: Haber Emanuele Fernando Assunto 5 anni e 6 mesi; Roberto Aguì di Catania, 6 anni e 4.500 euro di multa; Nicola Amato, di Catania, 12 anni di reclusione; Benedetto Avvinto di Portici (NA), 4 anni e 6 mesi di reclusione; Anna Bettozzi di Roma, 7 anni e 6 mesi; Pietro Bonanno, 2 anni; Vincenzo Campajola di Giugliano (NA), 7 anni e 6 mesi di reclusione; Isaia Angelo Antonio Capria di Nicotera, 1 anno di reclusione; Alberto Coppola di Pollena Trocchia (NA), 15 di reclusione; Roberto Coppola di Pollena Trocchia (NA), 4 anni e 6 mesi; Felice D’Agostino di Martinsicuro (TE), 6 anni e sei mesi; Angela D’Amico di Vibo, 2 anni di reclusione; Antonio D’Amico di Vibo, 26 anni di reclusione; Domenica D’Amico di Vibo, 2 anni di reclusione; Giuseppe D’Amico di Vibo, 30 anni di reclusione; Rosa D’Amico di Vibo, 2 anni di reclusione; Francesco D’Angelo di Vibo, 28 anni di reclusione; Gaetano Del Vecchio di Tropea, 1 anno; Virginia Di Cesare, 7 anni di reclusione; Biagio Esposito di San Giorgio a Cremano (Na), 3 anni e 6 mesi; Giuseppe Fasulo di Statte (TA), 4 anni di reclusione; Carmelo Fabretti 3 anni e 3 mesi; Sebastiano Foti di Catania, 6 anni e 7.500 euro di multa; Antonio Francolino di Catanzaro, 1 anno; Salvino Frazzetto di Catania, 6 anni, 6 mesi e 10mila euro di multa; Gennaro Gavino di San Giorgio a Cremano (NA), 6 anni e 7.500 di multa; Giasone Italiano di Delianuova, 9 anni, sei mesi e 7mila euro di multa; Salvatore La Rizza di Vibo Valentia, 4 anni; Sergio Leonardi, 10 anni; Cesare Nicola Limardo di Limbadi, 5 anni; Paolo Lipari di Stefanaconi, 4 anni e 6 mesi; Sebastiano Lo Torto 6 anni e 10mila Francesco Mancuso, (64 anni), di Limbadi, 24 anni di reclusione; Luigi Mancuso di Limbadi, 30 anni; Silvana Mancuso di Limbadi, 25 anni; Nazzareno Matina di Stefanaconi, 4 anni; Giulio Mitidieri di Potenza, 7 anni; Francesco Monteleone di Vibo Valentia, 2 anni; Luciano Morabito di Africo, 6 anni e 4.500; Lucia Gustavo 2 anni; Irina Paduret di Milano, 16 ani; Zhelev Peyo Petkov di Vibo Valentia, 4 anni; Fabio Pirro di Napoli, 4 anni e sei mesi; Francesco Saverio Porretta di Milano, 16 anni e 6 mesi; Antonio Prenesti di Nicotera, 20 anni; Rosamaria Pugliese di Nicotera, 20 anni; Rocco Raccosta, di Oppido Mamertina, 9 anni, 6 mesi e 7mila di multa; Giuseppe Ruccella di Filogaso,18 anni; Fortunato Salamò di Zambrone, 4 anni; Rosario Cristian Santoro, di Palermo, 9 anni; Emanuela Scevola, 5 anni; Damiano Sciuto di Catania, 6 anni, 6 mesi e 9mila euro; Salvatore Solano di Stefanaconi, 7 anni; Francescantonio Tedesco di Ionadi, 15 anni, 9 mila euro di multa; Giuseppe Terranova, (49 anni), di Messina, 15 anni; Roberto Domenico Tirendi di Catania, 9 anni e 10mila di multa; Ernesto Tortora di Napoli, 4 anni e 6 mesi, Rackid Totss, 9 anni; Roberto Trovato , 4 anni; e Gennaro Vivese 3 anni e 7 mesi di reclusione.
La Dda ha invece chiesto l’assoluzione per Anna Buonfante di Portici (Na) e Carmine Coppola, di Napoli, mentre ha chiesto per Simone Micale il proscioglimento.

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L’inchiesta ha fatto emergere un’associazione per delinquere, con base a Vibo Valentia, finalizzata all’evasione dell’Iva e delle accise sui prodotti petroliferi. La frode, secondo l’accusa, consisteva nell’importazione dall’Est Europa di prodotti petroliferi artefatti (miscele), poi immessi in commercio come gasolio per autotrazione, con conseguenti cospicui guadagni dovuti al differente livello di imposizione fiscale. I prodotti venivano trasportati con documentazione falsa nei siti di stoccaggio di Maierato e Santa Venerina. Parti civili nel processo la Presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell’Interno, l’Agenzia delle dogane, l’Agenzia delle entrate, la Regione Calabria.

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