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venerdì, 19 Aprile, 2024
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Nocera Terinese, ex sindaco Gigliotti: Vado da Gratteri per parlare dei rapporti tra politica e clan

Nocera Terinese (CZ)- “La relazione prefettizia contenente le motivazioni del commissariamento per infiltrazione mafiosa del Comune di Nocera Terinese, è la fotografia di un paese ingovernabile e privo di agibilità democratica, come spesso affermato e denunciato dalla sottoscritta”. Sono le parole di Fernanda Gigliotti, consigliere comunale di minoranza dell’ultimo Consiglio comunale e prima ancora sindaco.

Gigliotti rivela di aver chiesto al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri “di essere sentita e metterò a sua disposizione tutto quello che è a mia conoscenza e in mio possesso per meglio descrivere la radicalità, la capillarità dell’infiltrazione mafiosa nel nostro territorio”.
Il Comune di Nocera Terinese è stato sciolto per infiltrazioni mafiose il 26 agosto 2021 a seguito dell’inchiesta della DDA di Catanzaro denominata “Alibante”, portata a termine lo scorso 3 maggio, e da cui, tra l’altro sarebbe emerso che, “attraverso inequivocabili intercettazioni…un pesante condizionamento della campagna elettorale da parte di Carmelo Bagalà, fortemente contrario alla possibile rielezione del sindaco uscente Fernanda Gigliotti”.

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Su questo aspetto la stessa Gigliotti ricorda che “nel 2019, quando decisi di candidarmi nuovamente quasi l’ultimo giorno utile e quando loro, gli altri, non sono riusciti a formare la famosa terza lista per essere matematicamente certi di farci perdere, avranno pensato bene di garantirsi qualche possibilità di breccia nel caso della nostra vittoria, millantando appoggi anche a qualche candidato, malgrado la contrarietà di Bagalà. La sottoscritta tuttavia era una spina nel fianco del boss e dei suoi uomini perché da sindaco avevo tra le tante altre cose: iniziato ad usare fin dai primi giorni della mia elezione, con l’appoggio dell’allora prefetto Latella, le case a lui confiscate, di cui una affidata alla gestione del Comune e l’altra ai Carabinieri; disposto l’esecuzione delle ordinanze di demolizione di immobili e di pertinenze di immobili facenti capo direttamente agli odierni indagati nel processo Alibante; deciso di far partire le tante lottizzazioni dei privati cittadini. incomprensibilmente ferme da venti anni e avere subordinato a queste la realizzazione di altri complessi edilizi su terreni pubblici; non avere raccolto le richieste degli uomini del boss sulla gestione di alcune concessioni demaniali”.

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