Il bullismo è una piaga sociale molto complessa. Un insieme di atti e comportamenti di prevaricazione e di sopraffazione. Un fenomeno estremo che si verifica prevalentemente in ambito giovanile. Una forma di violenza subdola, che diventa ancora più significativa quando colpisce i soggetti affetti da disturbi dello spettro autistico. Lo sa bene Niccolò Storai, autore del libro NOS, Storie di Autismo e di Bullismo. Quest’opera, sottolinea il fumettista, è nata dall’incontro fortuito con Stelvio Sestini, medico e ricercatore presso l’Ospedale Santo Stefano di Prato. Realizzare un progetto così importante era il desiderio del Dott. Sestini e di sua moglie, la dottoressa Maila Vannucchi. Un unico, essenziale proposito: “Parlare di bullismo” in una chiave di lettura diversa. Con l’ausilio di un fumetto. Più semplice, più espressivo, più diretto, con l’obiettivo di trasmettere, soprattutto nelle scuole, il senso e l’importanza di una tematica estremamente rilevante. Per Niccolò, che è un noto fumettista, non è stato difficile realizzare questo progetto visivo, né complicato “realizzare” dei dialoghi così forti e così delicati. Lui, che è una persona straordinaria, dotata di grandi capacità artistiche e intellettuali, è stato vittima di bullismo. “Non si è trattato, ha precisato Niccolò, di episodi molto gravi, ma di azioni mirate ad offendere, a denigrare, ad umiliare. Preso di mira, per il mio aspetto fisico, per i miei interessi, e per un sacco di altre cose”. Il bullo, si sa bene, usa le armi più potenti per annientare gli altri e per devastare l’anima. Lo fa con ferocia, con coscienza e senza riguardo. Non perché sia forte e coraggioso. Gli eroi sono ben altro e si contraddistinguono per le loro tangibili virtù.
I bulli sono piccoli e debolissimi mostri, mossi, costantemente, dalla frustrazione, dallo sconforto, dall’insoddisfazione e da un’inquietudine interiore che li rende schiavi dell’odio, dell’invidia, della violenza. In tutte le sue forme. La loro è un’esistenza infida, che li imprigiona in una sorta di prigionia segreta, colma di anguste e scellerate emozioni. Le vittime diventano capro espiatorio. La cronaca racconta, quotidianamente, fatti spregevoli. Tutto si consuma ordinariamente, senza che nessuno abbia il senno di frenare questo scempio. Allora speriamo che lo facciano la scuola, l’educazione, i libri. Non sarà facile contrastare questo fenomeno, ma è obbligo morale contribuire al cambiamento. Le vittime vanno aiutate a gestire le situazioni in cui si trovano coinvolte. Bisogna, continua Niccolò, prestare attenzione al mondo giovanile in modo da aiutare gli adolescenti, e in misura ancora più scrupolosa, i soggetti affetti da disturbi dello spettro autistico, a riconoscere le situazioni minacciose. L’unico modo per supportarli, e’ quello di indirizzarli verso scelte mature, consapevoli ed efficienti. Nos ha questo preciso e nobile obiettivo: raccontare uno spaccato di vita reale, in cui si intrecciano complesse dinamiche adolescenziali, per far comprendere quanto sia importante il dialogo ed il superamento dei disagi. Un’opera istruttiva che si pone come dimensione di riflessione e di risoluzione. Il suo valore, fortemente riconosciuto, è dato infatti dalla sua capacità di comunicare lo spessore emotivo che si insinua in ogni passaggio.
Una lettura morale che ha un suo filo conduttore importante: si può rinascere ed anche perdonare. Va ricordato, sebbene sempre ribadito, che il bullo si riconosce da tanti aspetti, che sono evidenti e molto comuni. Essi, nonostante mostrino sicurezza, sono in realtà molto fragili ed emotivamente superficiali. L’appartenenza ad ambienti familiari disfunzionali li contraddistingue da tutti gli altri. Nelle famiglie con gravi problemi comportamentali, i genitori sfogano la loro crudeltà, la loro rabbia e la loro violenza sui figli. Essi, a loro volta assumeranno lo stesso atteggiamento nei confronti degli altri. Una strategia patologica utile a bilanciare il male ricevuto.
Catia Pulice