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martedì, 21 Maggio, 2024
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Nei giorni del grande dolore per la morte di Santelli gli “odiatori” sul web non mancano

I giorni dell’addio a Jole Santelli sono stati pervasi da dolore e commozione, ma neanche il lutto corale dei calabresi è riuscito a dissipare alcuni veleni attorno a un personaggio che giocoforza, per il suo ruolo, doveva fare i conti anche con critiche e malevolenze. Jole lascia questo mondo nell’epoca della comunicazione mediatica più spinta, quella della rete e i social, una sconfinata agorà senza tetto né legge dove ognuno trova i suoi famosi cinque minuti di fama nell’esercizio del demone della condivisione. Partecipo, ma soprattutto offendo e odio, quindi sono.
Ed ecco che, al di là del generale cordoglio per la persona, molti tra i più accaniti detrattori di Santelli la incensano rileggendo il suo operato con le sfumature di un’agiografia, spesso ipocrita in modo davvero imbarazzante per gli autori di simili sviolinate. Di converso, quelli che in passato, nella libertà di pensiero, avevano criticato Jole ed ora sinceramente esprimono dispiacere per la sua scomparsa, vengono bollati come bugiardi e quasi non “autorizzati”, solo per le idee diverse dalla scomparsa governatrice, a piangere oggi umanamente per lei. Poi, chi osa replicare che – sì, per la donna tenace e la combattente di una spietata malattia non si può non provare empatia e ammirazione – ma verso la sua azione politica resta intatto il dissenso, è invece vituperato a destra e manca come infame.
Ma c’è un limite invalicabile, quello del rispetto nei confronti di una persona scomparsa in modo tragico e ingiusto, come sempre è quello della malattia. Nelle lunghe giornate del cordoglio, il nome più discusso è stato quello del vice dell’ex governatrice, il leghista Nino Spirlì, reggente fino a rinnovo della giunta e il cui titolo è repentinamente mutato (sia su Wikipedia e sul gruppo Facebook dedicato all’amministrazione regionale, che precedentemente portava il nome della Santelli) in “presidente della Regione Calabria”. A proposito del sito, all’inizio è misteriosa la dinamica dei fatti, segnalati da Roberto Santelli, zio di Jole. Spirlì si dichiara all’oscuro della modifica e infatti poco dopo il vero autore della inopportuna correzione esce allo scoperto: si tratta di un tale Fabrizio Bartolomucci, sviluppatore di software residente a Pizzo calabro, che sulla sua pagina Fb è lusingato perché la sua prodezza gli è valsa una citazione sul Fatto Quotidiano e l’equiparazione a Wikipedia, dove un socio sconosciuto dell’enciclopedia della Rete aveva già prontamente attribuito a Spirlì il nuovo incarico (sempre all’insaputa dell’interessato). Nel frattempo però Bartolomucci, che è pure un pratico praticangte dello zen, si augura che a Jole Santelli venga intitolata la cittadella regionale – altro input di questi giorni che sta dividendo le opinioni del mondo politico e non.
Insomma, Nino Spirlì è ufficialmente scagionato, ma in tanti gli rimproverano l’assenza di una smentita pubblica di queste brutte investiture virtuali, proprio nelle ore in cui il sentimento dei calabresi era soltanto di assoluto sgomento.
Non è piaciuta, per usare un eufemismo, neanche la satira alla Charlie Hebdo di Spinoza.it, che ha postato: “E’ morta la presidente della Regione Calabria. Per renderle lieve la terra saranno assunti 8000 forestali”. L’autore è @rostokkio, che si becca un interminabile shitstorming, appena intervallato da commenti sul riferimento satirico non alla figura della Santelli, ma a un atavico dramma occupazionale calabrese.
C’è però chi ha fatto peggio e senza possibilità di interpretazione. La genovese Paola Castellaro, esponente del M5S, alla notizia della morte ha esultato così sul suo profilo Fb: “Evvai, una mafiosa in meno! Speriamo chiami Silvio, Giorgio, Sergio, ecc”. Parole macabre e violente che hanno fatto il giro del web prima di essere inutilmente eliminate dall’autrice insieme alla stessa pagina Facebook. E la circostanza di essere una docente ha subito innescato un’indagine disciplinare da parte dell’ufficio scolastico regionale ligure e una formale presa di distanza da parte del dirigente del liceo Pertini, dove Castellaro insegna, come chiesto con indignazione anche dal senatore di FI Maurizio Gasparri.
Ovunque sia adesso, Jole ci guarda, sorride ai calabresi che l’amavano e forse continua a mandare a quel paese tutti gli altri. Il teatrino di politica e haters qui continua come sempre, lei è altrove.

Isabella Marchiolo

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