“Il finanziamento del progetto del Museo del Mediterraneo accordato a Reggio Calabria è una bellissima notizia per la nostra regione, non c’è che dire. Il progetto, nato dal genio di Zaha Hadid, rientra tra i 14 interventi strategici inseriti dal governo nel Piano per i Grandi attrattori culturali. Complimenti, quindi, a Reggio Calabria per essere riuscita ad aggiudicarsi un’opera così rilevante e prestigiosa. Guardando, però, all’aspetto politico della vicenda e senza alcuna stilla di inutile campanilismo, è evidente quanto poco conti e abbia contato negli ultimi anni Catanzaro, capoluogo di regione, nello scacchiere politico nazionale”.
Lo afferma, in una nota, Nicola Fiorita, già candidato a sindaco della città. “Sì – sottolinea – perché il finanziamento che permetterà a Reggio Calabria di ospitare un museo bellissimo e di richiamo internazionale, giunge in riva allo Stretto perché Reggio Calabria è Città Metropolitana. E la Calabria è l’unica regione d’Italia in cui la Città Metropolitana non coincide con il capoluogo di regione”.
“L’inconsistenza della rappresentanza locale che da anni amministra Catanzaro – prosegue – è tutta racchiusa in questa circostanza e si traduce in enormi possibilità che Catanzaro ha perso e continuerà a perdere. Incapacità politica, miopia amministrativa, assenza di un progetto di lungo periodo da costruire attraverso azioni quotidiane: gli anni di Abramo e dei suoi alleati hanno isolato Catanzaro dal contesto nazionale, relegandola al ruolo di comparsa inutile e ininfluente”.
“E se i danni prodotti sono incalcolabili – aggiunge – perché derivano da tutte le occasioni perse, i fondi ignorati, le idee non pervenute, ciò che è calcolabile perché visibile sono gli effetti sulla realtà odierna: tra periferie-dormitorio in cui non esiste una rete sociale, un centro storico svuotato e cadente, negozianti e imprese in difficoltà, piani di sviluppo rimasti sempre su carta. Reggio ha i suoi fondi, avrà un grande museo del mare. A noi – conclude – restano i pontili semivuoti del porto, i lavori di completamento che non partono e il degrado che cresce intorno”.