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sabato, 20 Aprile, 2024
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Muore nel naufragio di Cutro: Il testamento del 27enne palestinese Uday in un video prima di imbarcarsi per l’Italia

“Tanti familiari, tanti amici sono morti nella guerra in Palestina. Scappiamo dalla guerra, dalla povertà. La vita non si ferma per nessuno, anche se siamo addolorati per tutte le nostre perdite. La vita è breve, amatevi”. Mancano pochi giorni alla partenza per l’Italia, a bordo di un barcone, quando Uday Abdel Fattah Aref Ahmed, un ragazzo palestinese di 27 anni registra queste parole in un video. Si trova a Smirne, in Turchia, in attesa di prendere quel barcone che poi, nella notte tra il 25 e il 26 febbraio, si schianterà su una secca davanti alle coste di Steccato di Cutro (Crotone), provocando la morte di almeno 88 persone, tra cui una trentina di bambini e tante donne.

Tra le vittime accertate ci sarà proprio lui, Uday, riconosciuto grazie a un documento, seppure tra mille difficoltà, per un errore nella trascrizione del nome. E da due connazionali superstiti, Ahmed di 31 anni e il nipote Mhamed di 19 anni che hanno viaggiato con lui sul ‘Summer Love’, partito dalla Turchia nella notte del 22 febbraio. Tra oggi e domani la salma tornerà a Gaza. I genitori: “Noi morti di dolore”.

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Uday viaggiava da solo. Era partito dalla Palestina per tentare la fortuna in Europa. Non voleva più vivere a Gaza dove rischiava ogni giorno la vita, tra “guerra e povertà”, come dirà lui stesso nel video mandato ai genitori prima di partire per l’Italia e che, guardato oggi, dopo la morte del giovane, sembra quasi una beffa. E fa venire i brividi. Nel video il ragazzo parla della guerra in Palestina dicendo che “nessuno muore dalla tristezza e dal dolore per la morte di un familiare” ma “viviamo con dolore e cerchiamo di andare avanti per cambiare la nostra vita e vivere felici in questa esistenza”. I suoi familiari lo hanno cercato per settimane. Si sono rivolti anche all’Ambasciata palestinese. Hanno scritto al sito di informazione ‘Crotone news’, che dopo il naufragio di Steccato di Cutro, è diventato punto di riferimento per tanti familiari delle vittime e dei dispersi.
(AdnKronos)

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