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martedì, 14 Maggio, 2024
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Muore bimbo calabrese di 2 anni: otto medici del “Bambino Gesù” a giudizio

Un bimbo calabrese di soli due anni è morto durante un delicato intervento chirurgico al cuore perchè gli sarebbe stato impiantato un pacemaker al contrario.
Questa l’ipotesi di accusa contro otto medici dell’ospedale “Bambino Gesù” di Roma che devono rispondere di omicidio colposo.
E dovranno farlo in un procedimento giudiziario che si aprirà martedì con l’udienza preliminare davanti al Gip della Capitale
Secondo quanto si è appreso il piccolo Giacomo, nato con una patologia cardiaca, viene sottoposto nel 2016 ad una operazione in Sicilia, a Taormina, presso il centro cardiologico pediatrico Mediterraneo dell’ospedale Bambino Gesù. Secondo l’accusa i tre medici che lo operano gli impiantano il pacemaker al contrario, rivolto verso il basso. Un errore che gli provoca una sorta di cappio all’arteria che, nella crescita, causa una insufficienza cardiocircolatoria.
“La presenza di qualcosa di strano, prosegue l’avvocato Naccari, si era già palesata nell’aprile 2018 ma i medici negligentemente non l’hanno presa in debita considerazione poi cosa ancor più grave hanno ritardato nell’eseguire la Tac, prescritta settembre ed eseguita a novembre e infine hanno rinviato immotivatamente l’intervento chirurgico che avrebbe salvato la vita al paziente. In sostanza, afferma la parte offesa, la cattiva esecuzione dell’impianto ha creato un cappio attorno al cuoricino del bambino, “più cresceva e più stringeva”.
Ad aprile “ci sono stati i primi evidenti segnali, a settembre è stata accertata l’anomalia, a novembre con la Tac si è avuta la certezza, l’intervento doveva avvenire nell’immediatezza e invece è stato rinviato più volte” e il piccolo è rientrato in Calabria. Il 31 dicembre 2018 il bambino si è sentito male ed è stato portato all’ospedale di Polistena. Poi la corsa con un aereo militare verso il Bambin Gesù di Roma. Il piccolo “è deceduto alle 5.40 della notte tra l’ultimo e il primo dell’anno per un arresto cardiaco dovuto al cappio. E’ stato tenuto in vita artificialmente ed operato. La sera del 3 gennaio è stata comunicata ai genitori la sua morte”.
Replica però la direzione dell’ospedale in una nota: «La ricostruzione della vicenda è lontana dalla realtà. Non esiste nessun pacemaker “messo al contrario”. L’affermazione non ha alcun senso dal punto di vista clinico e non trova riscontro negli accertamenti finora effettuati finanche dai consulenti della famiglia. Vi è stata, invece, una complicanza prevista in letteratura che si registra in pochissimi casi e risolvibile chirurgicamente. L’intervento era stato già programmato. Ma il bambino purtroppo, in attesa di tornare a ricovero, ha contratto un virus e poi una polmonite che gli è risultata fatale. L’ospedale è vicino alla famiglia e fiducioso del lavoro della magistratura».

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