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venerdì, 19 Aprile, 2024
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Morti sul lavoro, Guzzi: “Stillicidio indegno di un paese civile”

La morte di una giovanissima donna, mamma e lavoratrice di soli 22 anni, che ha perso la vita in un’orditura di Oste, e quella di un lavoratore di 49 anni schiacciato da un tornio meccanico in una fabbrica del Varesotto, hanno riacceso i riflettori su una delle tematiche più importanti che riguardano il mondo del lavoro: la sicurezza.

 

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Due incidenti che si insinuano, tristemente, in un elenco interminabile di morti bianche. A sottolinearlo, è Sebastiano Guzzi, vice presidente nazionale Unilavoro Pmi, il quale, mette in luce una situazione sconcertante, che è riconducibile alla mancata responsabilità e allo scarso impegno nei controlli, che dovrebbero essere, a suo avviso, rigorosi e costanti nel tempo.

I dati shock del 2021, trasmessi da Inail alla vigilia della Festa dei Lavoratori del Primo Maggio, ha sottolineato Guzzi, parlano di 185 morti sul lavoro in soli tre mesi. 19 in più rispetto al 2020. Questi dati sono riconducibili al primo trimestre del 2021.

Questo stillicidio, sottolinea Guzzi, non è assolutamente degno di un Paese civile. Trovo assurdo e inconcepibile questo mancato senso di responsabilità. Prevenzione, informazione, aggiornamento e formazione devono diventare obiettivo fondamentale e prioritario.

La questione della sicurezza, aggiunge, deve essere il perno centrale di ogni azienda che vuole lavorare in modo serio, organizzato e sicuro. Regole e diritti quindi, ma non solo. Vanno altresì rafforzati gli organismi di controllo e di ispezione.

Morire sul lavoro non è un triste destino, ma il risultato di un sistema inefficiente. Queste morti, annunciate, avvengono purtroppo con una regolarità sconcertante.

Per lavorare in un ambiente sicuro, dove la salute dei lavoratori non sia a rischio, conclude Guzzi, bisogna rispettare e far rispettare regole precise.

A prescindere dal settore in cui si opera, è importante poter garantire ai lavoratori un luogo di lavoro sicuro, cercando di ridurre al minimo l’esposizione a rischi collegati a incidenti, infortuni o malattie professionali.

Dello stesso avviso Marco Ruberto, Presidente Unilavoro Pmi di Catanzaro, per il quale il numero delle morti e degli incidenti sul lavoro continua ad essere troppo alto. Questo evidenzia che, oltre le disposizioni legislative, è necessario incentivare l’educazione alla sicurezza di tutti gli attori coinvolti nei processi produttivi delle aziende. La prevenzione, conclude Ruberto, non può prescindere da questi aspetti fondamentali. Partendo da questo importantissimo presupposto, bisogna attivarsi affinchè essa diventi una certezza.

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