Sono 681 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 493 in occasione di lavoro (14 in meno rispetto ad agosto 2024) e 188 in itinere (15 in più rispetto ad agosto 2024). La maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro va ancora alla Lombardia (68). Seguono: Veneto (53), Campania (49), Sicilia (41), Piemonte (38), Toscana (35), Emilia-Romagna (34), Puglia (33), Lazio (32), Liguria (15), Sardegna e Calabria (14), Trentino-Alto Adige (13), Umbria, Marche e Abruzzo (12), Basilicata (9), Friuli-Venezia Giulia (7), Molise e Valle d’Aosta (1). Questi i dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega.
Nei primi otto mesi dell’anno, l’incidenza più elevata si registra nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (66,5) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (31,5), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 45 e i 54 anni (21,7). Numericamente invece, la fascia più colpita dagli infortuni mortali in occasione di lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (168 su un totale di 493). In totale sono 58 le donne decedute nei primi otto mesi del 2025 (1 in meno rispetto al 2024). Di queste 28 hanno perso la vita in occasione di lavoro e 30 in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Sono 148 gli stranieri vittime di infortuni sul lavoro, su un totale di 681; 108 sono deceduti in occasione di lavoro e 40 in itinere. Il rischio di morte sul lavoro risulta essere più che doppio rispetto a quello per gli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 43 morti ogni milione di occupati, contro i 18 italiani.
Alla fine di agosto 2025 il settore più colpito è quello delle Costruzioni con 78 decessi in occasione di lavoro, seguito da Attività Manifatturiere (69), Trasporti e Magazzinaggio (65) e Commercio (48).
Il lunedì risulta essere il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi otto mesi dell’anno (23,7%). Seguito dal venerdì (20,3%) e dal giovedì (16,4%).
Le denunce di infortunio totali diminuiscono ancora, seppur di poco, rispetto ad agosto 2024. Dalle 386.554 di fine agosto 2024 passiamo alle 384.007 di quest’anno (-0,7%).
Anche alla fine dei primi otto mesi del 2025 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (45.565). Seguono: Costruzioni (24.595), Sanità (23.929), Commercio (21.839) e Trasporto e Magazzinaggio (21.625).
Le denunce di infortunio delle lavoratrici ad agosto 2025 sono state 137.388 (107.337 delle quali in occasione di lavoro), mentre sono 246.619 le denunce totali degli uomini (213.710 in occasione di lavoro).
Le denunce dei lavoratori stranieri sono 82.208 su 384.007 (circa 1 su 5), mentre in occasione di lavoro se ne registrano 68.911 su un totale di 321.047 (ancora circa 1 su 5).
La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:
Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale
Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale
Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale
Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale.
La Calabria, per il periodo gennaio-agosto, è considerata “zona rossa”.
“L’estate 2025 lascia dietro di sé un triste bilancio di infortuni e morti sul lavoro. I dati a fine agosto parlano, infatti, di 681 decessi, numeri drammatici che narrano una tragedia che si ripete anno dopo anno. La situazione a fine agosto appare stabile rispetto allo scorso anno, quando le vittime erano 680; ma la stabilità non può certo rappresentare un indicatore di speranza dal momento che, nel nostro Paese, si continua a morire ogni giorno. È come se non si comprendesse ancora che la sicurezza sul lavoro è la migliore arma contro gli infortuni e, allo stesso tempo, l’alleata principale per la qualità della vita dei lavoratori”. Questo il commento di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, sulla base della più recente indagine elaborata dal proprio team di esperti.