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martedì, 2 Settembre, 2025
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Morte di Serafino a San Giovanni in Fiore, la moglie: Cosa e chi vuole coprire l’Asp di Cosenza?

Forte intervento di Cateria Perri, moglie di Serafino Congi, l’uomo deceduto il 4 gennaio scorso per un infarto mentre, dopo ore di attesa, era in ambulanza. Una lunga lettera affidata ai social che vi proponiamo integralmente:
“L’Asp di Cosenza continua a trincerarsi nel suo ingiustificabile ed indecoroso silenzio. Sono trascorsi ben otto mesi dalla morte di Serafino Congi, giovane padre di famiglia, doppiamente vittima di un sistema malato: l’assenza di sanità in Calabria con un servizio di emergenza urgenza, in molti casi, rivelatosi una trappola di morte e l’omertosità imperante sulle circostanze che ne hanno determinato la tragica fine. La Calabria e la regione dove rispetto all’Emergenza-Urgenza, persino il trasporto del paziente va in tilt e dove si muore perché le ambulanze non arrivano o, quando arrivano, partono con inaccettabile ritardo, rispetto a patologie tempo-dipendenti. Per non dire della carenza di personale medico e delle gravi insufficienze organizzative nei Pronto Soccorso territoriali. Rispetto alla grave irreparabile perdita subita dalla nostra famiglia e al profondo impatto emotivo, determinato dalla tragica perdita di Serafino nella comunità di San Giovanni in Fiore ed in Calabria, abbiamo chiesto Giustizia e Verità! La Magistratura ha disposto una indagine le cui risultanze attendiamo con rispettosa attesa.

L’ Asp di Cosenza, dal canto suo, ha comunicato l’apertura di un’inchiesta interna della quale ancora oggi non conosciamo gli esiti. Dopo mesi di ripetute sollecitazioni pubbliche della famiglia, della stampa, di numerose associazioni, cosa fa l’Asp di Cosenza? Esce allo scoperto, ma lo fa nel peggiore dei modi calpestando i principi di correttezza e trasparenza in palese violazione della legge 241/90, a cui le Amministrazioni Pubbliche devono improntare la loro attività ed i rapporti con i cittadini. A giustificazione di un comportamento gravemente omissivo e a dir poco irrispettoso della memoria di un giovane professionista e padre di famiglia, vittima di un sistema malato, l’Asp ricorre all’espediente di nascondere le proprie responsabilità amministrative dietro l’indagine della Procura che, come dovrebbe essere noto anche ai dirigenti dell’Asp, svolge in autonomia le sue indagini in maniera del tutto indipendente e scevra dalle risultanze dell’indagine interna dell’Asp. D’altronde, a riprova di ciò, non mancano precedenti.

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

L’ Asp di Cosenza è tenuta a rendere pubbliche le risultanze dell’indagine interna ed a comunicarle alla famiglia che ne ha fatto esplicita e formale richiesta. Sia chiaro una volta per tutte: non ci si può continuare a nascondere. Sono inammissibili comportamenti così gravi ed irriguardosi che alimentano inquietanti interrogativi. Quali sono i motivi che spingono a tanto un’amministrazione pubblica che dovrebbe garantire imparzialità, trasparenza e rispetto della legalità? Perché l’Asp non rende pubblici gli atti. Cosa c’è da nascondere? Cosa e chi bisogna coprire?”

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