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sabato, 20 Aprile, 2024
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VIDEO-Bari, tre misure cautelari per peculato e falso: tra gli indagati anche un commercialista calabrese

Dalle prime ore della mattinata odierna, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bari hanno eseguito – nelle provincie di Bari e Roma – unā€™ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 3 persone (1 agli arresti domiciliari e 2 destinatarie della sospensione dallā€™esercizio dei pubblici uffici di commissario liquidatore e curatore fallimentare per la durata di un anno), emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale barese, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Con tale provvedimento sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) a carico dei predetti soggetti indagati, a vario titolo e in concorso tra loro, per le ipotesi delittuose di peculato, falsitĆ  ideologica nonchĆ© materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sullā€™identitĆ  e su qualitĆ  personali proprie o di altri in relazione alla gestione di cooperative in liquidazione coatta amministrativa con sedi a Padova, Roma, Savona, Taranto e Torino. ƈ, altresƬ, in corso il sequestro dei beni nella loro disponibilitĆ  per un valore di circa 1 milione di euro, pari allā€™ammontare complessivo del profitto dei reati, allo stato, acclarati.

Lā€™esecuzione dellā€™ordinanza costituisce lā€™epilogo di una complessa attivitĆ  investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica barese, delegata al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari. In particolare, le indagini traggono origine da accertamenti antiriciclaggio avviati nei confronti di un professionista barese, allā€™epoca dei fatti, commissario liquidatore – nominato dal Ministero dello Sviluppo Economico (di seguito Mi.S.E.) – di molteplici cooperative sottoposte alla procedura di Liquidazione Coatta Amministrativa. I preliminari approfondimenti eseguiti dalle Fiamme Gialle avrebbero consentito di rilevare anomale movimentazioni bancarie disposte dal commissario liquidatore, consistite nellā€™emissione di diversi assegni circolari – intestati a ā€œme medesimoā€ – in favore di due cooperative dal medesimo gestite. Tali titoli sarebbero stati, quindi, posti allā€™incasso dallo stesso con contestuali prelevamenti in contanti al fine di appropriarsi di denaro – nella sua disponibilitĆ  per ragioni dā€™ufficio – costituente patrimonio delle predette cooperative. Le successive attivitĆ  di polizia giudiziaria – svolte, su delega della Procura della Repubblica di Bari, mediante lā€™esecuzione di intercettazioni telefoniche, ambientali audio/video e telematiche, indagini finanziarie, acquisizioni documentali presso gli Enti pubblici coinvolti e perquisizioni presso gli uffici e le abitazioni degli indagati, assunzione di informazioni dalle persone informate sui fatti, analisi forense dei dati digitali estrapolati dagli apparecchi informatici sottoposti a sequestro – avrebbero corroborato lā€™originaria ipotesi di peculato, che sarebbe per di piĆ¹ stata reiterata anche in relazione ad altre tre cooperative, e fornito rilevanti riscontri sullā€™attualitĆ  della condotta fraudolenta posta in essere dal commissario liquidatore nonchĆ© sul coinvolgimento di ulteriori soggetti. Nel dettaglio, ĆØ stato ricostruito, salvo le ulteriori verifiche con il confronto della difesa, che dai conti correnti bancari di cinque delle cooperative gestite dal commissario liquidatore barese – quelle che, di fatto, erano capienti – questā€™ultimo avrebbe: richiesto lā€™emissione di numerosi assegni circolari a beneficio delle medesime societĆ , per poi porli personalmente allā€™incasso e convertirli in denaro contante, nonchĆ© effettuato prelevamenti per fini personali; disposto bonifici e/o emesso assegni bancari in favore di sĆ© stesso o delle cooperative. In tal modo lo stesso professionista si sarebbe arbitrariamente impossessato di oltre ā‚¬ 380.000 sottraendoli indebitamente alle casse societarie.

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Le indagini avrebbero, tuttavia, permesso di disvelare che il reale dominus della gestione delle cooperative sarebbe stato un commercialista di origine calabrese, condannato in via definitiva, nel 2014, per corruzione per un atto contrario ai doveri dā€™ufficio nellā€™ambito di altra vicenda processuale. Le investigazioni avrebbero, infatti, evidenziato come il piĆ¹ volte citato commissario liquidatore barese non avesse mai svolto alcuna mansione, nĆ© fornito alcun contributo direttivo in relazione agli incarichi affidatigli dal Mi.S.E.; nel contempo, le stesse avrebbero, viceversa, palesato il ruolo di protagonista del commercialista calabrese, che avrebbe assunto e consolidato nel tempo lā€™incarico di commissario liquidatore ā€œdi fattoā€ delle suddette cooperative. Quale contropartita per lā€™attivitĆ  gestionale prestata, il menzionato commercialista avrebbe percepito somme di danaro giustificate da incarichi professionali per un ammontare complessivo pari a oltre ā‚¬ 270.000. Tra le condotte distrattive che sarebbero state attuate dal commissario liquidatore barese, pari a oltre ā‚¬ 651.000, oltre a quelle appena descritte a beneficio del commercialista calabrese, rileverebbero anche i bonifici disposti nei confronti di altri professionisti, senza che tali incarichi fossero mai stati autorizzati dal Mi.S.E. e per i quali, eventualmente, il relativo compenso avrebbe dovuto essere decurtato da quello del commissario liquidatore. Dalle attivitĆ  investigative sarebbe, altresƬ, emerso che il sopra descritto modus operandi sarebbe stato replicato, con le medesime modalitĆ , dal commercialista calabrese con unā€™altra cooperativa di Padova, per la quale era stato nominato commissario liquidatore un avvocato barese. Anche in questo caso il suddetto commercialista calabrese si sarebbe rivelato il reale dominus della gestione della cooperativa, beneficiando di pagamenti per circa ā‚¬ 120.000. Peraltro, lā€™avvocato barese – in qualitĆ  di commissario liquidatore – avrebbe disposto bonifici a beneficio di ulteriori professionisti (pure in questo caso) senza che tali incarichi fossero stati autorizzati dal Mi.S.E., ponendo in essere condotte distrattive a danno della cooperativa amministrata per un ammontare complessivo pari a circa ā‚¬ 150.000.

Le condotte sopra delineate dei due commissari liquidatori sarebbero state rese possibili dalla omessa rendicontazione periodica ovvero da relazioni ideologicamente false corredate di atti artefatti inviati allā€™AutoritĆ  di Vigilanza. Pertanto, secondo lā€™impostazione accusatoria accolta dal G.I.P. (allo stato, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), le indagini avrebbero disvelato un collaudato e consolidato sistema illecito finalizzato al sostanziale depauperamento delle casse delle cooperative in Liquidazione Coatta Amministrativa e al conseguente indebito arricchimento da parte di soggetti che avrebbero dovuto, invero, amministrare le medesime cooperative quali commissari liquidatori nellā€™interesse dei creditori. La presente attivitĆ  costituisce unā€™ulteriore, significativa testimonianza del costante impegno profuso dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari – in stretta sinergia con la locale Procura della Repubblica – nel contrasto ai reati commessi dai pubblici ufficiali, a tutela della legalitĆ  e del buon andamento della Pubblica Amministrazione.

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