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sabato, 20 Aprile, 2024
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VIDEO-Maxi Bliz a Palermo: misure cautelari anche a Reggio Calabria

Palermo – La Polizia di Stato e i Carabinieri di Palermo hanno eseguito 31 misure cautelari, di cui solo 2 ai domiciliari, accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, detenzione e produzione di stupefacenti, detenzione di armi, favoreggiamento personale ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. Le misure cautelari sono state eseguite a Palermo, Reggio Calabria, Alessandria e Genova. Le indagini, coordinate dalla Dda, hanno permesso di fare luce sull’organigramma delle famiglie mafiose dei mandamenti di Ciaculli e Brancaccio, che comprende clan come Corso dei Mille e Roccella.

In particolare, si ĆØ arrivati ai nuovi vertici del clan di Brancaccio che, dopo un blitz condotto nel 2019, le famiglie mafiose hanno cercato di riorganizzarsi. Sono cosƬ stati identificati capi, gregari e “soldati,” affiliati a cosa nostra che avrebbero messo a segno decine di estorsioni, commesse a numerosissimi commercianti e imprenditori e avrebbero gestito le piazze di spaccio sparse sul territorio di Brancaccio. Parte dei soldi messi insieme da queste attivitĆ  sarebbero stati utilizzati per mantenere le famiglie dei carcerati.

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Nell’ordinanza vengono ricostruite e documentate 50 estorsioni ai danni di titolari di esercizi commerciali: dal piccolo ambulante abusivo fino all’operatore della grande distribuzione. Il pizzo veniva imposto a tutti gli operatori economici. L’estorsione non ha risparmiato neppure un venditore di sfincione, la focaccia tipica di Palermo: l’uomo, dopo aver trovato i lucchetti bloccati con della colla si ĆØ rivolto ad uno degli indagati per la cosiddetta “messa a posto”. Ed ancora un imprenditore edile rivoltosi alla famiglia di Brancaccio per la costruzione di appartamenti “senza problemi”: come si evince da una conversazione registrata dalla Polizia, per acquistare un terreno, avrebbe chiesto la protezione alla famiglia mafiosa per non incorrere in furti, rapine o danneggiamenti. I sopralluoghi degli “uomini del racket” e la conseguente richiesta di pizzo sarebbero avvenuti anche nei cantieri in prossimitĆ  di un Commissariato di Polizia.

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