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domenica, 8 Giugno, 2025
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Maturità, Burioni: In Calabria 5,4% di 100 e lode contro l’1% della Lombardia. E’ polemica

Il virologo Roberto Burioni accende la miccia su uno dei temi più scottanti del sistema scolastico. Con un post su Facebook che ha fatto discutere migliaia di utenti, il medico dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano ha puntato il dito contro le disparità regionali negli esami di Maturità, definendo l’intera procedura “uno spreco di tempo, denaro ed energie”. Al centro della polemica, i numeri che fotografano un’Italia scolastica a due velocità: in Lombardia solo l’1% dei maturandi ottiene 100 e lode, mentre in Calabria la percentuale schizza al 5,4%.

I numeri che dividono l’Italia: quando l’eccellenza diventa “sospetta”
La matematica non mente, ma i suoi risultati scatenano polemiche feroci. Secondo i dati ministeriali del 2024, la Calabria guida la classifica nazionale per 100 e lode, seguita dall’Umbria che “si difende bene”, come ironizza Burioni. Una sproporzione che, secondo il virologo, non penalizza gli studenti lombardi ma quell’1% di maturandi calabresi che “merita veramente” il massimo dei voti.
La provocazione ha innescato un fiume di commenti, divisi tra chi sostiene la tesi del medico e chi la respinge con forza. Alcuni utenti hanno tirato in ballo le prove Invalsi 2024, che dipingono uno scenario opposto: in Calabria 2 studenti su 3 non raggiungono il livello base in matematica (contro 1 su 3 in Lombardia), mentre in italiano 6 su 10 restano sotto la soglia (meno di 1 su 4 al Nord). Un paradosso che alimenta il sospetto di criteri valutativi troppo permissivi nelle regioni meridionali.

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

Il Sud si ribella: “Studiamo di più perché abbiamo meno alternative”
La replica dal Meridione non si è fatta attendere. Decine di commenti hanno ribaltato la prospettiva di Burioni, sostenendo che al Sud si studia con maggiore determinazione proprio per la scarsità di opportunità lavorative immediate. “Qui i ragazzi conoscono bene la precarietà e lo sfruttamento, quindi si rimboccano le maniche e mettono il sedere sulla sedia per studiare”, scrive un’utente calabrese. Altri puntano il dito sulle condizioni economiche: “Meno soldi significano meno distrazioni per i ragazzi”, mentre qualcuno invita a verificare la mappa dei laureati in discipline “spendibili” come medicina, ingegneria e professioni sanitarie.
Non mancano le testimonianze di docenti che raccontano esperienze dirette: un geologo laureato a Potenza che non aveva mai dovuto riconoscere campioni di minerali durante gli esami, a differenza dei colleghi milanesi.
Il dibattito si è allargato fino a toccare il valore delle lauree: “Mi ricorda il voto di laurea in medicina a Padova, la cui media era la più bassa d’Italia ma valeva uguale per i concorsi di specializzazione”, commenta un medico.
La questione resta aperta: sono i criteri del Nord troppo severi o quelli del Sud troppo generosi? Una cosa è certa: dietro ogni statistica si nascondono storie di studenti che meritano rispetto, indipendentemente dalla regione di provenienza.
(Fonte: orizzontescuola.it)

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