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sabato, 20 Aprile, 2024
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Magistratura democratica critica le parola di Gratteri sulle “scarcerazioni facili”

Roma – “Siamo ben consapevoli di quanto sia importante la libertĆ  di parola dei magistrati, anche quale prezioso strumento di difesa della giurisdizione. Le parole del Procuratore Gratteri, tuttavia, si trasformano nell’esatto contrario e in un rischio per il libero dispiegamento della giurisdizione”. Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe, critica il procuratore di Catanzaro per le affermazioni fatte nell’intervista di venerdƬ scorso al Corriere della Sera.
“Non crediamo che la comunicazione dei Procuratori della Repubblica possa spingersi fino al punto di lasciare intendere che essi siano gli unici depositari della veritĆ , e di evocare l’immagine del giudice che si discosti dalle ipotesi accusatorie come nemico o colluso – afferma tra l’altro l’Esecutivo del gruppo in un articolo pubblicato sul sito di Md-. Con un tale agire, il Pubblico Ministero dismette il suo ruolo di primo tutore delle garanzie e dei diritti costituzionali – a partire dal principio di non colpevolezza – e assume quello di parte interessata solo al conseguimento del risultato, lontano dalla cultura della giurisdizione e dall’attenzione all’accertamento conseguito nel processo”.
“L’allarme che una tale modalitĆ  di perseguire l’informazione pubblica desta ĆØ stato raccolto anche dal legislatore europeo”, sottolinea Md, richiamando una Direttiva del 2016 dell’Unione europea. “Crediamo nel ruolo del Pubblico Ministero che agisce nella consapevolezza della necessaria relativitĆ  delle ricostruzioni accusatorie, della necessitĆ  di verificarle nel contraddittorio, e del ruolo del giudice terzo e indipendente- si legge ancora nell’articolo-E crediamo nell’impegno dei magistrati che, anche nelle Procure e nei Tribunali dei contesti territoriali piĆ¹ difficili, svolgono con questa consapevolezza le loro funzioni. E tra questi, in particolare, i molti giovani che, pur gravati da scadenze assillanti e ruoli gravosissimi, continuano a svolgere con entusiasmo il loro lavoro e a rappresentare una giurisdizione terza e imparziale, vera precondizione per un esercizio corretto del difficile compito di giudicare, al riparo dal rischio delle semplificazioni correnti, che offrono scorciatoie di corto respiro”.

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