Massimo Giletti torna in Calabria: nella puntata andata in onda ieri sera il giornalista ha come ospite il commissario regionale Guido Longo, il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra. Il punto del dibattito verte su chi viene vaccinato in Calabria?.
Guido Longo, successore del dimissionario Saverio Cotticelli dopo la sua intervista verità, ha cercato di giustificare la sua decisione di far vaccinare 54 membri del suo staff. Il provvedimento firmato da Longo, con beneficiari i membri del Dipartimento tutela della Salute, è stato disposto dopo il contagio di un membro dello staff.
Il commissario in trasmissione ha ribadito la necessità di prendere questa decisione poiché c’è un’esposizione al rischio derivante dalle quotidiane riunioni che si tengono proprio per fronteggiare l’emergenza Covid in Calabria.
Il commissario viene poi incalzato dalla giornalista Dina Lauricella:”Ha fatto vaccinare i dipendenti regionali amministrativi della sanità, non capisco che tipo di infezione si possono prendere. Da taglio di foglio A4?”
Il Commissario quindi ribadisce il ruolo dei membri del dipartimento che vengono a contatto quotidianamente con molte persone nelle riunioni su citate. La giornalista chiede poi se tali persone vaccinate rientrino nella famosa categoria “altro” o se sono tutti “ottantenni”…..
L’attenzione poi si sposta su Luzzi, in provincia di Cosenza, dove è stato vaccinato il figlio di un segretario comunale nonostante i suoi 27 anni. Il padre sulla vicenda risponde: “Mio figlio ha accompagnato me per la vaccinazione. A conclusione della somministrazione sono rimasti due vaccini. Abbiamo chiamato i dipendenti da vaccinare che si sono tutti rifiutati. A quel punto, Ottorino Zuccarelli ci ha consigliato di utilizzare il vaccino – per evitare di perderlo – per somministrare il siero alle persone eventualmente disponibili”.
L’esposizione poi di Nicola Morra parla di una sanità calabrese che fa acqua da tutte le parti: “In Calabria la sanità va male perchè le nomine sono tutte politiche oltre che ci sono interessi nella sanità privata. Esistono, peraltro, tante strutture che hanno dietro interessi di politici che vi fanno affari”.
Il commissario Longo prendendo nuovamente parola ha ribadito che: “Anche nella sanità c’è la ‘ndrangheta”, difendendo però l’operato del presidente Antonino Spirlì: “Se siamo arrivati ad ottenere dei risultati è stato, fino ad oggi, anche grazie a lui”.