(Adnkronos) – "C’è una grande confusione, in questi giorni, tra libertà artistica e assenza di responsabilità". Così Giulia Mazzoni, compositrice e pianista, presidente di Musica Italiae, in un articolo dopo l'annullamento del concerto di Valery Gergiev. "L’arte, sì, deve restare libera. Ma non può essere completamente separata dal mondo in cui viene agita – prosegue – Valery Gergiev è un musicista straordinario, ma anche una figura fortemente legata al potere russo, con incarichi ufficiali, presenze simboliche e un sostegno esplicito a Vladimir Putin. Non ha mai preso le distanze, neppure in forma minima, dall’invasione dell’Ucraina o dalla morte di chi si è opposto a quel regime". "Non stiamo parlando di un artista in esilio, né di un intellettuale dissidente. Parliamo di un direttore d’orchestra che ha rappresentato pubblicamente lo Stato russo in occasioni ufficiali, teatrali e persino militari, come nel celebre concerto a Tskhinvali nel 2008, pochi giorni dopo l’intervento armato in Georgia", afferma ancora Mazzoni che aggiunge: "Questo non è un attacco alla musica russa, che ha donato al mondo alcuni dei capolavori più profondi e universali, né alla sua straordinaria tradizione culturale, nutrita da secoli di bellezza, tormento e libertà interiore.Al contrario: è proprio in nome del rispetto per quell’eredità che occorre distinguere tra chi crea arte come gesto libero e umano, e chi invece la piega a fini che ne tradiscono la nobiltà, appoggiando narrazioni di potere, repressione o guerra. A scanso di equivoci: questa non è russofobia". "È possibile amare profondamente la musica di Tchaikovsky, Musorgskij o Shostakovich — e insieme prendere le distanze da chi utilizza la cultura per legittimare un regime che calpesta i diritti fondamentali. Condannare una posizione pubblica e istituzionale non significa attaccare un popolo. Al contrario: è anche un modo per onorare quella parte viva e coraggiosa della cultura russa che ha sempre saputo resistere al potere con la forza della verità, del dissenso e della bellezza", sottolinea la pianista e compositrice per la quale "annullare un concerto pubblico non è necessariamente un atto di censura. Nel caso di Gergiev, è stata una scelta di contesto, che riguarda il significato simbolico dell’invito, l’uso di fondi pubblici e la responsabilità di ciò che un’istituzione culturale comunica quando ospita figure profondamente compromesse con un potere politico". "La musica è universale, certo ma non è neutra. E chi sale su un palco così prestigioso, in un luogo simbolico dello Stato, rappresenta inevitabilmente più di sé stesso. Per questo, l’annullamento del concerto di Caserta non è un attacco alla musica ma un segnale necessario e consapevole: oggi, più che mai, le scelte artistiche sono anche scelte etiche, soprattutto quando coinvolgono luoghi e risorse pubbliche – conclude – Comprendo l’indignazione di chi parla di libertà artistica, ma è importante distinguere tra espressione individuale e rappresentanza pubblica. Gergiev ha sostenuto Putin anche durante eventi drammatici come l’annessione della Crimea e la guerra in Ucraina, senza mai una parola di dissenso. Essere un artista non significa essere al di sopra delle conseguenze delle proprie scelte. Il paragone con Shostakovich è fuorviante: lui fu vittima del potere, Gergiev è stato strumento consapevole di una narrazione politica. Non è censura chiedere coerenza morale a chi occupa spazi istituzionali. Non è stupidità difendere l’arte come luogo libero anche dalle propagande. Rivendicare la libertà solo per chi è sul palco — e non per chi subisce il silenzio — significa confondere la libertà con il privilegio. Esprimo questo pensiero perché siamo in Italia, un Paese democratico, fondato su diritti, giustizia e libertà. E perché sono un’artista: credo che la libertà non consista nel dire sempre 'sì', ma nel saper scegliere, discernere, prendere posizione. Usare la libertà non per chiudere porte, ma per custodire il significato profondo dell’arte — questo è il mio dovere, prima ancora che il mio diritto. Perché se l’arte ha un senso, è anche quello di essere coscienza, non solo spettacolo. E quando il silenzio è complicità, allora parlare è un atto d’amore". Giulia Mazzoni è una pianista e compositrice internazionale, tra le protagoniste della scena contemporanea. Considerata l’erede di Michael Nyman con il quale ha collaborato, si è esibita nei teatri più importanti del mondo e ha pubblicato tre album acclamati: Giocando con i Bottoni, Room 2401 (Sony) e YAS – Your Anima System (Ada/Warner), prodotto da Thom Russo, producer americano vincitore di 16 Grammy. È stata la prima compositrice donna ad aprire con la propria musica un ente lirico italiano con un concerto di enorme successo al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino accompagnata dalla straordinaria orchestra del Maggio diretta dal M° John Axelrod. Ha firmato la colonna sonora del film 'Anna' di Marco Amenta, presentato al Festival del Cinema di Venezia e selezionato ai David di Donatello. È attivamente impegnata nel sociale e nella promozione culturale, testimonial de La Toscana delle Donne fin dalla prima edizione, Presidente di Musica Italiae, ha ricevuto nel corso della carriera riconoscimenti come il Premio Umanità, due Premi Pegaso delle donne, il Premio Ciampi e il Premio Corona del Marzocco. —[email protected] (Web Info)
“Libertà dell’arte non è impunità morale”, l’articolo di Giulia Mazzoni sul concerto di Gergiev annullato
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