Riceviamo e pubblichiamo: “Le scriviamo con profonda amarezza e senso di impotenza. Nostro padre, al quale è stato diagnosticato un tumore alla prostata, ha già affrontato TAC e risonanze con contrasto, purtroppo refertate in modo inconcludente: non è chiaro se vi siano metastasi. Per avere risposte certe, i medici hanno indicato la necessità di una PET con contrasto PSMA, fondamentale per la stadiazione della malattia. Abbiamo contattato tutti gli ospedali della Calabria e ci è stato confermato che nessuna struttura regionale esegue questo esame, ad eccezione dell’ospedale Mariano Santo di Cosenza. Ma anche lì, l’unica data disponibile che ci è stata proposta è agosto 2026, ovvero un’attesa di circa 9 mesi. È evidente che per un malato oncologico un’attesa simile sia semplicemente impossibile da sostenere.
L’unica alternativa sarebbe recarsi a Potenza o a Napoli. Ma nostro padre, già affetto da diverse patologie, non può affrontare viaggi così lunghi e faticosi.
Ci chiediamo: com’è possibile che nel 2025 la Calabria viva ancora problemi sanitari che ricordano gli anni ’80? È noto che la nostra regione occupa gli ultimi posti in tutte le classifiche nazionali, ma dietro quei numeri ci sono persone, famiglie, storie di sofferenza e di speranza. La sanità non può essere un privilegio riservato a chi ha la forza economica o fisica di spostarsi altrove. Deve essere un diritto garantito a tutti, soprattutto ai più fragili. Con questa lettera aperta non intendiamo solo denunciare una carenza tecnica, ma chiedere un impegno concreto: Attivare quanto prima la possibilità di eseguire PET con contrasto PSMA in Calabria, evitando che i cittadini siano costretti a migrare per cure essenziali. Ridurre drasticamente i tempi di attesa, perché per un paziente oncologico il tempo non è un lusso, ma una condizione vitale. Investire in personale e tecnologie, affinché la nostra sanità non resti indietro di decenni rispetto al resto d’Italia. Restituire dignità ai pazienti e alle famiglie, che non chiedono privilegi ma solo di essere curati con gli stessi strumenti disponibili altrove.
Presidente, dietro ogni statistica ci sono volti, storie e vite. Nostro padre è uno di quei volti. E come lui, molte altre famiglie calabresi vivono la stessa ingiustizia e la stessa difficoltà. Confidiamo che questa denuncia pubblica possa trasformarsi in un’occasione di cambiamento. Con rispetto, i figli”.

















