La dottoressa Luciana Fronda sarà la responsabile dell’ambulatorio del sonno presso il reparto di Pneumologia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme. Alcune associazioni del territorio hanno dato l’ufficialità dell’apertura tramite un comunicato stampa congiunto.
“Se come associazioni spesso evidenziamo le negatività della struttura ospedaliera di Lamezia Terme, dovute alle continue espoliazioni e agli innumerevoli ingiustificati tagli, quando qualcosa di buon viene fatto da chi amministra è altresì importante sottolinearlo. Finalmente possiamo dire che è stato ufficializzato l’Ambulatorio del sonno, responsabile la dottoressa Luciana Fronda, pneumologa dell’ospedale. L’esame negli anni è stato effettuato grazie alla volontà della stessa dottoressa e del dirigente dell’Unità Operativa, dottor Massimo Calderazzo, anche con grande difficoltà per carenza di mezzi, e si è tentato sempre di evitare il più possibile una spesa non da poco all’utenza”.
Concetta Perri per il Tribunale del Malato, Nadia Donato dell’Associazione Senza Nodi, Nicolino Panedigrano e Riccardo Viola per il Comitato Salviamo la Sanità del Lametino, Felice Lentidoro per Cittadinanzattiva, Giuseppe Gigliotti per il Comitato Malati Cronici e Salvatore De Biase per l’Osservatorio Sociale San Nicola, plaudono all’iniziativa che potrà dare una seria risposta al territorio: “basti pensare alla gravità di una malattia come l’OSAS – precisano – alle lunghe file d’attesa per effettuare l’esame anche in altre strutture e ai costi esosi nel rivolgersi ai privati”, ed hanno voluto anche dare informazioni sulla necessità di alcuni esami.
“La Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS), è la forma più frequente caratterizzata da ostruzione delle vie aeree durante il sonno con riduzione di livelli della saturazione di ossigeno, variazioni della frequenza cardiaca, aumento dei valori pressori e frammentazione del sonno. Essa costituisce un’importante fattore di rischio per l’insorgenza di alcune patologie tra cui: Ipertensione arteriosa con scarso controllo farmacologico; aritmie cardiache; cardiopatia ischemica e scompenso cardiaco; diabete; patologie cerebrovascolari. Nei soggetti affetti da obesità queste alterazioni sono generalmente più pronunciate e possono favorire l’insorgenza di Ipoventilazioni in sonno e di una sindrome da Obesità -Ipoventilazione caratterizzata da una ipercpnia durante il giorno”.
“Uno dei sintomi che caratterizzano i disturbi del sonno è rappresentato dalla sonnolenza diurna con difficoltà di concentrazione sul lavoro e sulla guida.Il percorso diagnostico – terapeutico del paziente con “disturbi respiratori del sonno” è il seguente: Valutazione clinica: Il paziente esegue presso l’ambulatorio dedicato una visita dal medico specialista. In tale prestazione viene definito eleggibile in base alla valutazione anamnestica ed in base ai dati clinici per un eventuale esame strumentale
La diagnosi dei disturbi respiratori sonno correlati, prevede il monitoraggio cardiorespiratorio. Tale esame consiste nella registrazione simultanea di vari parametri. Il paziente dopo aver posizionato il sistema di registrazione presso l’ambulatorio dormirà al proprio domicilio e l’apparecchio verrà consegnato in ospedale il mattino successivo. Una volta fatta diagnosi di “Sindrome delle apnee ostruttive durante il sonno “l’iter è composto da un primo appuntamento in cui si propone un programma educazionale, in cui si sceglie il dispositivo più idoneo ed il paziente andrà al proprio domicilio con il dispositivo ventilatorio ed il saturimetro incorporato che permetterà di registrare attraverso le nuove tecnologie di cui sono dotati i moderni dispositivi le notti di terapia del paziente.”
“Secondo appuntamento si effettua in seguito alle tre notti di adattamento. Scopo di questo appuntamento è valutare le tre notti di terapia del paziente e attraverso lo scarico dei dati l’efficacia del dispositivo nel correggere il disturbo respiratorio nel sonno. Qualora il paziente non si fosse adattato comprenderne le motivazioni e correggere il problema.”
Sono tantissime le persone che soffrono di “apneee notturne” che se anche di per sè non provocano mortalità possono provocare considerevolmente il rischio di altre malattie mortali.