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sabato, 27 Aprile, 2024
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Lamezia, processo ‘Crisalide’ con rito abbreviato: ecco tutte le richieste di condanna in appello

Catanzaro – A maggio 2019 su 52 imputati 43 erano stati condannati e 9 assolti fra i quali due imputati eccellenti, assolti “perché il fatto non sussiste”: Pasqualino Ruberto, ex consigliere comunale e candidato a sindaco nelle elezioni del 2015 (difeso dagli avvocati Pino Spinelli e Mario Murone) e il medico Giovanni Paladino (difeso dall’avvocato Lucio Canzoniere) entrambi accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. E mentre per Pasqualino Ruberto l’assoluzione è divenuta definitiva a ottobre scorso perchè il pm non ha impugnato la sentenza di primo grado emessa dal gup Pietro Carè, nell’ambiyo del processo “Crisalide” celebratosi con il rito abbreviato scaturito dall’operazione che, di fatto, determinò lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose a novembre 2017, per Giovanni Paladino invece la Procura insiste chiedendo la condanna in appello, in riforma della sentenza di assoluzione in primo grado, a 6 anni e 8 mesi.
Il procuratore generale ha, inoltre, chiesto la conferma delle condanne per tutti gli altri imputati (per alcuni richieste riformulate). Quindi il pg ha chiesto la conferma delle condanne per Antonio Miceli 20 anni; Nicola Gualtieri detto “Nicolino”, da 16 anni e 4 mesi a 15 anni; Giuseppe Grande “U pruppo”, da 14 anni e 6 mesi a 14 anni; Vincenzo Grande, 10 anni e 1 mese; Teresa Torcasio, 10 anni e 1 mese; Antonio Domenicano, 8 anni e 10 mesi; Mattia Mancuso da 2 anni e 8 mesi a 2 anni e 5 mesi; Luca Salvatore Torchia, 8 mesi e 20 giorni; Ottavio Muscimarro, 7 anni e 10 mesi; Paolo Strangis, 2 anni e 4 mesi e 6mila euro di multa; Rosario Muraca, da 10 anni e 2 mesi a 9 anni e sei mesi; Domenico De Rito 10 anni e 20 giorni; Alessio Morrison Gagliardi, 12 anni, 10 mesi e 10 giorni; Fortunato Mercuri, 8 anni 6 mesi e 10 giorni; Carlo Alberto Gigliotti, 8 anni e 20 giorni a 7 anno e 4 mesi; Vincenzo Brizzi da 8 anni e 10 giorni a 7 anni e 6 mesi; Michele Grillo, conferma della condanna a 8 anni 1 mese e 10 giorni; Alessandro Gualtieri, 1 anno, 9 mesi e  10 giorni e 8mila euro di multa; Claudio Vescio detto “caio”, 8 anni un mese e 20 giorni;Antonio Perri1 anno 9 mesi e 10 giorni e 8mila euro di multa; Giuseppe De Fazio,  6 anni e 6mila euro di multa; Antonio Mazza, 5 anni un mese e 20 giorni e 8mila euro di multa; Pasquale Caligiuri, 10 anni e 10 giorni; Antonio Saladino detto “birricella”,10 anni 3 mesi e 10 giorni; Antonio Franceschi, 9 anni 6 mesi e 20 giorni; Rosario Franceschi, 8 anni e 10 mesi; Massimo Gualtieri, 9 anni 9 mesi e 10 giorni; Vincenzo Catanzaro, da 5 anni 6 mesi e 20 giorni e 4mila euro di multa a 5 anni e 2 mesi; Antonio Gullo, 8 anni; Guglielmo Mastroianni, a 1 anno 9 mesi e 10 giorni e 8mila euro di multa; Antonio Paola “satabanco”, 8 anni e 5 mesi: Antonello Amato, 8 anni 2 mesi e 20 giorni; Salvatore Francesco Mazzotta, 6 anni e 10 mesi e 4mila euro di multa;; Saverio Torcasio, 46 anni, chiesta la conferma della condanna a 5 anni e 6 mesi e 30 mila euro di multa; Maurizio Caruso da 5 anni e 6 mesi e 30mila euro di multa  a 4 anni e 2 mesi e 20mila euro di multa; Saverio Torcasio, il “geometra” 35 anni, chiesta conferma condanna a 8 anni 4 mesi e 10 giorni; Francesco Gigliotti, da 6 anni 3 mesi e 10 giorni  a 5 anni e 10 mesi; Davide Belville, a 5 anni 5 mesi; Antonio Stella, 8 anni e 4 mesi; Marco Cosimo Passalacqua, 8 anni e 1 mese 10 giorni e 4mila euro di multa; Luigi Vincenzini, 8 anni 1 mese e 10 giorni; Salvatore Fiorino, da 5 anni 5 mesi e 20 giorni a 4 anni 1 mese e dieci giorni; Luca Torcasio, “u curtillaru”, 5 anni e 6 mesi e 30mila euro di multa.
L’operazione Crisalide contro il clan Cerra – Torcasio – Gualtieri scattò il 23 maggio 2017 e fu portata avanti dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro e della Compagnia di Lamezia Terme. In particolare, indagando sui nuovi “picciotti” del clan in cui emerse la figura di Antonio Miceli, ritenuto il reggente del clan, gli investigatori scoprirono anche che gli esponenti della cosca avrebbero appoggiato Ruberto e Giuseppe Paladino. I congiunti Paladino, Giuseppe (ex vicepresidente del Consiglio comunale, condannato a maggio 2020 con il rito ordinario dal tribunale di Lamezia a sei anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa e assolto per corruzione elettorale) e Giovanni, nonché Pasqualino Ruberto, avrebbero – secondo le accuse – richiesto ed ottenuto l’appoggio elettorale, sotto forma di procacciamento dei voti e di attività di propaganda elettorale, quale attività di attacchinaggio.
Accuse che, però, non hanno retto in primo grado per Giovanni Paladino e Pasqualino Ruberto (della cui vicenda è però uscito di scena con assoluzione definitiva) Gli altri imputati sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, dedita al traffico illecito di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato e rapina. Il processo in Corte d’Appello, dopo le richieste del pg, riprenderà il 10 marzo per le arringhe dei difensori degli imputati (che proseguiranno anche il 15 e 24 marzo). Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe Spinelli, Antonio Larussa, Francesco Gambardella, Lucio Canzoniere, Mario Murone, Salvatore Cerra, Tiziana D’Agosto, Teresa Bilotta e Carlo Carere (quest’ultimo per le parti civili).
p.r.

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