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giovedì, 28 Marzo, 2024
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Lamezia, ok dal ministero per il centro di ricerca per la produzione di anticorpi monoclonali e di nanoanticorpi

Ha ottenuto il via libera da parte della competente commissione scientifica del ministero per il Sud il Renato Dulbecco Institute, un centro d’eccellenza per la produzione di anticorpi monoclonali e di nanoanticorpi (o pronectine), una forma più avanzata dei monoclanali attualmente in fase sperimentale per il trattamento del Covid ma anche in campo oncologico che sorgerà a Lamezia Terme. L’iniziativa prevede un investimento di 27 milioni di euro e una ricaduta occupazionale per almeno 100 persone, fra cui ricercatori, collaboratori e impiegati. A darne notizia è il commissario della fondazione intitolata al premio Nobel nato a Catanzaro, l’ex presidente della Regione e docente universitario Giuseppe Nisticò.

Il progetto è uno dei 13 riguardanti il territorio calabrese giudicati idonei e pertanto ammessi ai finanziamenti nell’ambito del bando sugli ecosistemi per gli ecosistemi per l’innovatività nelle regioni meridionali. A ospitare i laboratori del centro sarà la Fondazione Mediterranea Terina, nell’area ex Sir di Lamezia Terme, e opererà in collegamento stretto con le università calabresi. La Giunta regionale della Calabria, nel settembre scorso, ha approvato la delibera con la quale vengono concessi i locali.
I finanziamenti, ha spiegato Nisticò, che esprime la sua soddisfazione “per i criteri, basati sul merito, seguiti dal ministero guidato da Mara Carfagna”, ci sono. “Trattandosi di un progetto innovativo – spiega – si può anche attingere ai fondi comunitari e in particolare al Por. C’è un miliardo di euro non spesi nell’ultimo quinquennio”.

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Il Dulbecco Institute dovrà essere il primo tassello di una rete di centri di eccellenza che ancora mancano in Calabria, per cui molti pazienti sono costretti a recarsi in altre regioni italiane o all’estero. A presiederlo sarà un calabrese illustre, Roberto Crea, il padre delle biotecnologie che dopo 40 anni di attività in California tornerà in Italia proprio per dirigere l’istituto nella sua regione d’origine e che nei mesi scorsi ha effettuato un sopralluogo negli spazi riservati ai laboratori.
L’Istituto sarà organizzato in due edifici: quello dell’ex concorzio Telcal per i laboratori di produzione e studio di nuovi anticorpi monoclonali e di nanoanticorpi (pronectine), di cui la Fondazione Renato Dulbecco possiede la proprietà intellettuale e i relativi brevetti, e quello dell’ex Ispels, che sarà la sede dei laboratori di farmaco-tossicologia pre-clinica per lo studio di prodotti sintetizzati nell’edificio ex Telcal oltre che dei laboratori per la valutazione della qualità e della sicurezza di prodotti agroalimentari della Regione Calabria. Il progetto, avviato dalla compianta presidente Jole Santelli, compie dunque un passo in avanti. “Ogni anno – sottolinea Nisticò – la Calabria spende circa 300 milioni per la migrazione sanitaria e queste risorse potrebbero invece essere reinvestite in Calabria per migliorare la qualità delle prestazioni e dei servizi”.

La Fondazione Dulbecco sta studiando un nuovo nanoanticorpo per combattere le varianti Omicron e Delta del Covid in collaborazione con Crea e con la società Twist di San Francisco. L’iniziativa di Lamezia rappresenterà la prima iniziativa scientifica e culturale del progetto più ampio denominato “Calabria Silicon Valley”. Secondo Nisticò, il Dulbecco Institute, che vanta la collaborazione di due premi Nobel (l’istraeliano Aaron Ciechanover, Nobel per la chimica, e Thomas Sudhof della Stanford University, Nobel per la medicina), oltre a scienziati di chiara fama, come Salvador Moncada che ha scoperto la prostaciclina e il nitrossido, e Napoleone Ferrara, il farmacologo clinico più citato al mondo per le sue scoperte nel campo degli anticorpi monoclonali anti-Vegf (usati attualmente in tutto il mondo per il trattamento di varie forme di cancro nonché della maculopatia degenerativa retinica degli anziani che se non trattata porta a cecità) premio Lasker negli Usa, è una scommessa vincente per la Calabria.
La sua apertura, secondo Nisticò, consentirà di formare nuovi ricercatori, studiare nuove molecole e nuovi farmaci, aprire il campo a iniziative industriali nel campo farmaceutico – i nanoanticorpi e i farmaci saranno poi prodotti su scala industriale. La Calabria diventerebbe un riferimento centrale in Europa, “ma senza esagerare – aggiunge – potremmo dire nel mondo, per l’attività di ricerca scientifica finalizzata al benessere dell’umanità”.

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