Lamezia Terme – A conclusione di accurate indagini Condotte dalla Sezione Investigativa del Commissariato di P.S. di Lamezia Terme, coordinate dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, nella mattina del 1° febbraio è stata data esecuzione all’ordinanza di custodia cautela in carcere nei confronti di Marco Gallo Marco, 37 anni, (nel fotino) emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Lamezia Terme, su richiesta della Procura della Repubblica. La notifica all’indagato è stata effettuata presso la casa Circondariale di Ancona, ove lo stesso attualmente si trova in stato di custodia cautelare in carcere per altre cause, poiché gravemente indiziato dei reati di omicidio volontario aggravato in pregiudizio di Francesco Berlingeri, Gregorio Mezzatesta, Francesco Pagliuso, Domenico Maria Gigliotti.
Le risultanze investigative acquisite hanno delineato un quadro di gravità indiziaria di reità nei confronti di Gallo in ordine al tentativo di omicidio di Remato Berlingeri, 47 anni, verificatosi la sera del 22 febbraio 2017 a Lamezia Terme, nonché in relazione ai reati di detenzione e porto illegale in luogo pubblico di arma comune da sparo. L’agguato si è verificato intorno alle 21.30 in via Cerasuolo a Sambiase.
L’ipotesi investigativa formulata nell’ambito del relativo procedimento penale, tuttora pendente in fase investigativa, trae origine dall’omicidio di Francesco Berlingeri, verificatosi sempre a Lamezia Terme il 19 gennaio 2017 e, per il quale lo stesso Gallo risulta imputato in stato di custodia cautelare in carcere e condannato in primo grado dalla Corte d’Assise di Catanzaro alla pena dell’ergastolo, sentenza non definitiva.
L’analisi dei due fatti di sangue, ha messo in evidenza come entrambi fossero stati eseguiti utilizzando un’arma comune da sparo dello stesso calibro, circostanza che ha indotto gli inquirenti ai necessari accertamenti tecnici di natura balistico-comparativa, attraverso il Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Reggio Calabria. Gli esiti di tali accertamenti balistici, effettuati su delega della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, consentono di affermare che i due fatti di sangue siano stati commessi mediante l’utilizzo della stessa arma, una pistola semiautomatica in calibro 9 mm. corto (9×17).
Le investigazioni risultano tuttora in corso.