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domenica, 28 Aprile, 2024
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Lamezia, il prof. Francesco Palopoli agli studenti: latino? Altro che lingua morta, è “teenager”

Lamezia Terme – Frizzi, lazzi e divertissement linguistici al Liceo Scientifico ‘Galileo Galilei’ di Lamezia Terme, a enfatizzare la ben nota evidenza per cui il latino, lungi dall’essere lingua morta, è invece un…teenager, praticamente coetaneo degli Studenti, destinatari del vivace evento: “Oggi al Liceo…Latino in Libertà”.

Partendo dal discorso di Pericle, il relatore, Professor Francesco Polopoli, ha rilevato il valore bimillenario delle memorie antiche, eloquenti anche quando sono apparentemente mute. Al di là delle frammentazioni politiche, il capoluogo attico ha avuto il privilegio di far maturare nello scenario mondiale il senso della politeia e della paideia, come buone pratiche di cittadinanza attiva. “Oggi – continua il professore – a modello di Atene, scuola dell’Ellade, in un momento in cui la forbice delle diseguaglianze sociali si è allargata agli occhi di tutti, possiamo dire di noi di fare per l’altro “altrettanta Scuola”?
Una provocazione che fa ritrovare proprio nella scuola il motore sociale delle prospettive future: Polopoli sostiene che tutte le volte in cui entra in un Liceo, e a questo proposito ringrazia calorosamente per l’invito sia la Dirigente Teresa Goffredo che l’Avvocata Gianfranca Bevilacqua docente dell’Istituto, proprio a ricordo del nome liceale, di aristotelica memoria, sente ottimistica la possibilità di un rilancio della “cosa pubblica” a partire da quella che lui definisce “l’Atene cittadina” del nostro Paese, la scuola liceale, per l’appunto.
Si è così passati, fluidamente, anche grazie al commento di curiose pronunce giurisprudenziali, a interconnettere l’articolo 21 della Costituzione (riconoscimento e omaggio prezioso, pervenutoci dall’Assemblea Costituente, alla Libertà di manifestazione del pensiero, con i suoi limiti, funzionali alla sua stessa estrinsecazione) con esperienze classicheggianti, tratte sia dalla storia arcaica di Roma antica (Gneo Nevio) che da quella imperiale (Lucio Anneo Seneca), chiarendo da subito come la libertà non sia affatto slegata dal diritto (“sub lege libertas”), tutt’altro! E per stuzzicare le terze classi partecipanti, sono state proposte occasioni di attualizzazione della lingua ciceroniana e virgiliana: dagli spot agli scioglilingua, alle canzoni (invitati addirittura Mogol, Battisti e De André, compagni, in questo bel viaggio, di Circe, Proserpina, Persefone e Odisseo). Il tutto nella cornice del Lukeiòs (tr. Liceo, da Luce) ove, grazie a una conversazione interattiva, è stato possibile disvelare che persino “ciao” è reminiscenza classica, da “slavus”, espressione servile, affrancatasi per libertà, sulla bocca di tutti, grazie a quelle pulcherrime battaglie linguistiche, che della parola si nutrono per rimodellare nuove storie. E così, l’unico limite imposto alla libertà del pensiero è…l’orizzonte della testa.

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(c.s.)

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