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lunedì, 6 Maggio, 2024
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Lamezia come la terra dei fuochi, preoccupazione bipartisan- REAZIONI

Lamezia Terme – “Un’altra operazione della DDA delle procure di Catanzaro e Lamezia, dopo quella dei mesi scorsi, smaschera un sistema criminale di smaltimento di rifiuti, che attraversava l’Italia da Nord a Sud per finire nella nostra città e nel nostro territorio, dove sono state rinvenute discariche abusive in cui sono stati sversati rifiuti di ogni genere, anche rifiuti speciali e gli scarti più pericolosi. Non possiamo abbassare la guardia rispetto a una criminalità che avvelena il nostro territorio, il nostro ambiente, la nostra agricoltura, Stiamo parlando di zone della nostra città, come località S. Sidero, vocate all’agricoltura e alle produzioni tipiche del nostro territorio, zone che dovrebbero essere tutelate e difese. E invece anche qui la criminalità ha messo le mani, mettendo a rischio la salute e la vita delle persone, buttando veleno su quello che è il patrimonio agricolo e ambientale del nostro territorio”.
E’ il commento che arriva dal movimento “Lamezia bene comune” che prosegue “Un plauso alla magistratura e alle forze dell’ordine, alle quali va tutto il nostro sostegno a continuare un’azione di contrasto alla criminalità che, anche e soprattutto sul fronte ambientale e dei rifiuti, si mostra sempre più agguerrita. A tutta la nostra comunità, dalle forze politiche alle realtà della società civile, rivolgiamo un appello a vigilare su sistemi criminali di proporzioni nazionali e a da affari ultramilionari che vedono ancora nella nostra città e nel nostro territorio una ‘preda’ su cui mettere le mani”.
Sull’importante operazione giudiziaria intervengono anche Mimmo Gianturco, consigliere comunale di Fratelli d’Italia e Rosario Aversa, vice coordinatore regionale del partito di Giorgia Meloni.
“Ad ottobre dello scorso anno – scrivono – ci siamo occupati di un presunto traffico illecito di rifiuti con un serio rischio di inquinamento ambientale nella nostra città. Le notizie di cronaca delle ultime ore relativamente all’inchiesta ‘Quarta copia’ ci danno conferma che le nostre preoccupazioni erano purtroppo fondate. Chiediamo al sindaco Paolo Mascaro e all’assessore regionale all’ambiente Antonella Rizzo di attivarsi celermente per una bonifica delle aree inquinate e dei territori a valle, scongiurare ulteriori esposizioni dei cittadini, tutelare la salute delle nostre famiglie nonché di predisporre tutti gli atti necessari affinché il Comune di Lamezia Terme si costituisca parte civile nell’eventuale processo”.
“Il fatto che ci siano ancora dei cittadini disposti a mettere a repentaglio la salute pubblica per mero profitto economico deve far riflettere chi amministra territori come la Calabria. Urge un serio piano regionale dei rifiuti che dia risposte certe e combatta questi fenomeni. Da parte nostra – concludono – continueremo a vigilare e ci impegneremo con maggiore determinazione per la difesa del territorio”.
Per Eugenio Guarascio, candidato a sindaco nella recente competizione elettorale comunale, dichiara che “La recente operazione di polizia condotta a Lamezia e coordinata dalla Dda di Catanzaro e dalla Procura della Repubblica lametina è di grande rilevanza e va supportata dalle forze politiche e sociali del territorio di cui però si avverte solo il fragoroso silenzio. Al procuratore Gratteri, al procuratore Curcio, al questore Di Ruocco e a tutte le donne e gli uomini delle forze dell’ordine va un plauso per quanto fatto emergere e il grande merito per il lavoro incessante svolto con professionalità e competenza”.
A parere di Guarascio “Da questa ultima operazione emerge un’enorme problematica, di una diffusione pervasiva dell’illegalità che colpisce e coinvolge ceti e rappresentanze di vari livelli e provenienza. E’ la conferma della linea che abbiamo portato avanti in campagna elettorale e che riproporremo in ogni occasione: senza legalità non c’è salvezza e senza legalità Lamezia affonderà sempre di più”.
Sugli esiti dell’indagine interviene anche il responsabile organizzativo del PD Calabria, Giovanni Puccio che scrive “C’è da rimanere sgomenti di fronte alle risultanze investigative delle scorse ore circa il traffico illecito e l’interramento di notevoli quantità di rifiuti pericolosi scoperti nel territorio di Lamezia Terme.
Sbigottiti per l’assenza di scrupoli manifestata dagli autori di questo scempio ambientale che hanno avvelenato la terra finanche senza badare alle loro stesse colture e famiglie. Fortemente preoccupati per il sistema criminale adottato con l’arrivo di rifiuti di ogni tipo che solo formalmente erano destinati ad essere stoccati presso siti autorizzati del Nord Italia e che, invece, per la brama di denaro e per interessi criminali sono stati interrati qui da noi. Ci siamo, purtroppo, abituati a queste immagini provenienti da altre regioni italiane, dalla Campania in particolare, ma la vastità del pericoloso traffico e la sua attuazione in un ampio arco temporale generano ragionevoli preoccupazioni per la salute pubblica e la tutela dell’ambiente lametino”.
“Siamo grati – prosegue Puccio – ai magistrati antimafia della distrettuale di Catanzaro, alla procura della Repubblica di Lamezia e alle forze dell’ordine per il meticoloso lavoro investigativo e giudiziario che hanno portato a termine. Segno che, ancora una volta, lo Stato ha dimostrato di avere grande attenzione a questa porzione di territorio calabrese. Allo stesso tempo vogliamo mettere in evidenza come tutta l’inchiesta abbia preso le mosse da una denuncia di un semplice cittadino che concretizza una lezione fondamentale di spiccato senso civico che non deve rimanere isolate ma valorizzata per la sua grande portata valoriale. E’ evidente che lo scenario svelato dall’inchiesta pone tutta una serie di domande alle quali è necessario che le Istituzioni pubbliche, di ogni grado e livello, diano immediate risposte in ordine al controllo della salubrità delle falde acquifere e dell’ambiente nonché circa l’avvio di un’immediata azione di totale bonifica delle aree contaminate”.
Secondo Giovanni Puccio “La portata del traffico illecito e le conseguenze derivanti è chiaro che non possono essere affrontate e tamponate in maniera efficace se le Istituzioni pubbliche non saranno pronte a fare rete, ognuna per le proprie competenze, così come è assolutamente necessaria un’azione della deputazione locale affinchè anche per il territorio lametino si possa prevedere una forma di intervento progettuale e finanziario del ministero dell’Ambiente al pari di quanto fatto per altre regioni”.

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