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venerdì, 29 Marzo, 2024
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Lamezia, Associazioni: la salute e l’ospedale non sono merce di scambio politico

Lamezia Terme – Riceviamo e pubblichiamo:
“Cosa deve fare un malato a Lamezia Terme? Lo spiegassero a chi non riesce ad avere un piano terapeutico rinnovato, una visita spesso salva vita o un esame, tutto rinviato da mesi. A dover spiegare però non sono i medici ma la politica e chi amministra per conto di essa. Riaprire l’OBI o dare la possibilità ad una struttura simile di dare le risposte in termini di tempo, di sicurezza, di affidabilità e di salvaguardia del paziente, così come faceva l’OBI. Ora che c’è anche il precovid, riattivate e recuperate l’eccellenza gli specialisti infettivologi che abbiamo e che sono molto preparati e riaprite MALATTIE INFETTIVE, anche con un’influenza abbiamo problemi ad andare in ospedale. E che pensate di fare con MICROBIOLOGIA che può fare 140 tamponi al giorno oltre agli altri esami fondamentali anche in casi gravi e lavora a ranghi ridottissimi? Invece, continuate a mandare a Catanzaro senza motivo, con spreco di forze e soldi. Gli ambulatori non riescono a dare risposte adeguate, a volte alcuni medici non hanno un infermiere che li coadiuvi e non sanno come ricevere il malato. Alcuni ambulatori non hanno mai riaperto e non per problemi Covid, ma per l’incredibile e ingiustificata carenza di personale.

Riorganizzate l’ospedale e la medicina del territorio, mandate il personale che serve e riorganizzate in maniera tale che i medici possano lavorare in equipe come già succede in tanti altri ospedale o aziende sanitarie. Una PRESA IN CARICO, per esempio, serve per tutelare i malati, per evitare che continuino a peregrinare e ad elemosinare la cura. L’ospedale di Lamezia Terme, l’ASP di Catanzaro della quale fa parte, non sono oggetto di scambio politico. Questo è quanto chiediamo di sostenere al sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro. A tutta la sua Giunta, al presidente del consiglio comunale, Pino Zaffina, alle commissioni consiliari competenti e non, all’assessore comunale alla salute, Gianfranco Luzzo, ai due parlamentari d’Ippolito e Furgiuele, all’assessore Talarico, al consigliere regionale Raso e ai partiti che nel lametino pensano di essere maggioranza e opposizione, mentre in realtà non fanno altro che proporre discussioni fuori tempo e inutili. Forse è vostra responsabilità quanto sta accadendo in questo territorio in merito alla mancata possibilità da parte dei cittadini di potersi curare e a volte salvare la vita? Cosa state aspettando per portare il generale Cotticelli e la presidente Santelli a Lamezia perché possano confrontarsi con questo territorio, che in materia di salute è devastato anche dalle loro scelte? Date l’opportunità alla terna commissariale che guida questa ASP di poter chiedere alla Regione quanto realmente spetta al lemetino, senza che arrivino le briciole delle briciole. Come è possibile che tutti i malati si stanno spostando su Catanzaro per la visita o l’esame più semplice o voi attendete per mesi una risposta dalla Regione? Quello che vi si chiede è di essere ciò che avete promesso chiedendo il consenso degli elettori di questo territorio, cioè a favore di una rinascita dei diritti di chi qui vive. Non esiste nemmeno un coinvolgimento unitario, da parte vostra, nei confronti dei sindaci che dovrebbero tutelare le loro popolazioni dalla mancanza di un ospedale funzionante per come dovrebbe. Ma badate bene non si chiede nuove costruzioni o smantellamenti, si chiede solo una organizzazione capace di dare risposte ai malati. Se parlate di progetti e costruzioni future che per ora sono solo voli pindarici, è l’ennesimo esempio di come state perdendo. Ma riuscite ad avere sonni tranquilli mentre Catanzaro ha una politica che sale in cattedra, vi annulla e fa il bene del proprio territorio come è giusto che sia? Basterebbe così poco perché le persone potessero continuare a curarsi a non penare per una visita, per un esame e per non doversi sentir dire è chiuso, dobbiamo chiamare Catanzaro, dovete prenotare in un altro posto o da un privato, dovete andare altrove, non abbiamo la possibilità di farlo etc. Chi legge questo nostro comunicato deve credere che è diventato molto difficile per noi incontrare quotidianamente persone che hanno grandi difficoltà a far valere il loro diritto alla cura. E’ mortificante e, in alcuni casi, molto doloroso, perché si ascoltano storie di malati e di famiglie che li assistono, alle quali viene negato semplicemente il diritto di potersi curare. In Italia questo non dovrebbe essere permesso da nessuna politica, anche la peggiore ‘casta’ politica dovrebbe tenere presente che davanti alla sofferenza di chi è malato si deve agire senza riserve per dare ogni possibilità. La politica in Calabria è immune anche dai rimorsi di coscienza?”

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Nadia Donato
SenzaNodi
Felice Lentidoro
Cittadinanza Attiva –Tribunale del Malato

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