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venerdƬ, 14 Giugno, 2024
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Lamezia, agguato ai netturbini Tramonte e Cristiano: le “accuse” senza risposta di Nicola Gratteri

Lamezia Terme – Oggi ricorre il 33esimo anniversario del barbaro assassinio di Pasquale Cristiano (28 anni) e Francesco Tramonte (40), i due netturbini falciati all’alba del 24 maggio 1991 da una raffica di kalashnikov, nei pressi di alcuni cassonetti della nettezza urbana nel vecchio quartiere Miraglia di Sambiase. Ogni anno familiari e parenti sono costretti a rivivere quei drammatici momenti aggravati dalla consapevolezza che sull’atroce fatto di sangue, che ha stroncato due vittime innocenti, ancora non sia stata fatta giustizia. Non sono stati ancora chiamati a rispondere dell’agguato nĆØ i mandanti nĆØ gli esecutori. La vicenda, circostanza che sembra oramai acclarata, si inseriva nella volontĆ  delle cosche di ‘ndrangheta di inserirsi (o confermare) il controllo sulla raccolta dei rifiuti. Le indagini si orientarono, quasi subito, su questo filone e, dopo una serie di controlli e verifiche, si arrivĆ² anche ad individuare il possibile esecutore dell’agguato.

L’uomo A.I., deceduto molti anni dopo, venne sottoposto anche al test dello stub, ovvero la verifica tecnico-scientifica per stabilire se un soggetto possa avere esploso o meno colpi di arma da fuoco attraverso il rinvenimento su corpo e vestiti di tracce di polvere da sparo. L’uomo, a seguito del processo svoltosi in Corte d’Assise, venne assolto il 19 giugno 1993 per non aver commesso il fatto. Il perchĆØ dell’esito della sentenza ĆØ stato svelato, nel corso dell’edizione 2023 di Trame Festival, da Nicola Gratteri, all’epoca procuratore di Catanzaro e della Distrettuale antimafia. Una spiegazione che ha lasciato interdetti. “Se si leggono le carte del processo si ha unā€™idea di quello che ĆØ successo- evidenziĆ² Gratteri. ƈ stato fatto uno stub risultato positivo, non sono stati avvisati i difensori e questo ĆØ un atto irripetibile”.

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Una spiegazione che chiama in causa direttamente i magistrati che si sono occupati inizialmente delle indagini che, secondo la tesi di Gratteri, derogando alle regole decisero di effettuare un esame tecnico irripetibile senza la presenza obbligatoria al test dei legali dell’unico imputato, rendendolo di fatto inutilizzabile ai fini processuali. Come non concordare, quindi, con le stesse conclusioni di Gratteri: “Io comprendo il dolore di tutti e sono vicino a tutti, ma vorrei che ci fosse un poā€™ di realismo e che non si parli come se fossimo al bar dello sport. Vorrei che si parlasse seriamente e cosƬ si potrĆ  capire cosa ĆØ stato fatto e cosa non ĆØ stato fattoā€.
Mdf

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