Dall’idea di due giovani donne calabresi, nasce un nuovo liquore: il limoncello “Lametos”. Per l’occasione abbiamo deciso di intervistare una delle due ideatrici.
Ci racconti chi siete, quanti anni avete e cosa fate nella vita?
<<Noi siamo Teresa Torcasio, 31 anni Lametina e io, Vanessa Primerano, 27 anni e vengo dalla provincia di Vibo Valentia. Da ormai 2 anni per svariati motivi legati anche all’emergenza Covid siamo disoccupate, con esperienza nel settore della ristorazione alle spalle. Abbiamo infatti chiuso proprio 2 anni fa il mio ristorante sito a Cosenza dove Teresa era entrata a far parte poco dopo di me nella gestione. Antecedente a tutto ciò ,sempre molte esperienze nel settore un po’ ovunque in Calabria.>>
Come si è passati dalla ristorazione all’ideazione di un liquore? Com’è nata questa idea?
<<La ristorazione ci ha quasi costrette a lasciarla. Poiché i tempi duri non ci hanno consentito di continuare il nostro percorso e ne siamo amareggiate. Il nostro progetto era diverso, ovvero già da un po’ avevamo pensato ad un nuovo locale a Lamezia ma, ogni talvolta che facevamo un passo, qualcosa ci impediva di proseguire, come le molte emergenze Covid con chiusure e lockdown vari. Questo ci ha spesso rovinato le aspettative. Fin quando un giorno, dopo aver prodotto la nostra annuale produzione casalinga di limoncello, l’idea di creare qualcosa di nuovo e diverso dalle nostre esperienze ci ha spinte a provare una ricetta nuova, personale, stravagante, che desse valore alla Calabria, ad un frutto molto sminuito da quando le essenze artificiali hanno preso larga pianta e qualcosa che esaltasse anche l’imprenditoria femminile, che subisce spesso discriminazione e non viene valorizzata al punto giusto. Da lì abbiamo investigato nel settore, facendo giri, tappe, studiando il mondo della distillazione e confrontandoci con pezzi forti dell’ambiente, uno di questi la distilleria Pirozzi, nostra casa produttrice ufficiale. Abbiamo distribuito i nostri campioni, fatto assaggiare a chi di competenza e cercato di correggere eventuali punti, senza mai tralasciare la nostra formula originale e senza aggiunte estranee, ma solo accorgimenti. Da qui nasce la concretizzazione del progetto. Utilizzando esclusivamente prodotti calabresi (i nostri limoni vengono, infatti, dal territorio circostante, da mani esperte e contadini che non alterano i loro frutti e piantagioni con nulla di artificiale). Abbiamo optato di mantenere artigianale il prodotto, iniziando dall’etichetta, disegnata a mano da un’artista giovanissima. Il nome, invece, è un tributo alla terra nativa di Teresa e poiché legate alla storia della Calabria.>>
Anche l’artista che ha disegnato l’etichetta è Calabrese?
<<Si, una giovanissima nostra cara amica, studente dell’istituto artistico di Vibo Valentia.>>
Che riscontro sta avendo il liquore sul mercato?
<<Il prodotto sta ricevendo svariate valutazioni. Trattandosi di un liquore prettamente artigianale viene compreso e valorizzato da gente che come noi esige di valorizzare la Calabria. È per questo che abbiamo deciso di diffonderlo molto largamente nella regione in modo da mantenere l’esclusiva e alzare il concetto di artigianalità . Le richieste aumentano e il nostro augurio è quello di farci conoscere sempre di più, mantenendo la promessa ferrea di non alterare il sapore passando a prodotti artificiali, ma di mandare avanti l’orgoglio Calabrese nel mondo, si spera.>>
C’è in cantiere qualche altro progetto per il futuro?
<<Si. Sicuramente punteremo a valorizzare tutti gli agrumi calabresi. In pentola bolle già una nuova ricetta che prevede protagonisti importanti. Probabilmente per il futuro ci aspettiamo un intera linea, con pochi componenti (magari tre tipologie) e raggiungere un amaro diverso dal solito giro.>>