“Noi mamme – si legge nel post diffuso sulle pagine di singoli e di associazioni – affrontiamo questa emergenza sanitaria con i nostri figli ogni giorno e abbiamo il dovere di rendere le loro giornate spensierate e piene di colore”. “I bambini non possono fare più i bambini?”, è la domanda provocatoria che si pongono gli adulti che postano un testo di protesta comune. “Da un mese a casa abbiamo finito i pennarelli, ma non posso comprarli”, “Non possiamo più colorare arcobaleni”, “Posso comprare un profumo, un rossetto, una bottiglia di vino, le sigarette ma non il pongo a mia figlia di due anni”. Come già documentato, molti grandi supermercati hanno chiuso i reparti dei beni che non sono di prima necessità, tra cui i reparti di cartoleria; tutto ciò per evitare lunghe file fuori dai supermercati comprando solo ed unicamente ciò che è di reale necessità. I colori non sono ritenuti beni di prima necessità e sono diventati introvabili. Pare non si voglia far concorrenza sleale anche alle cartolibrerie che sono rimaste chiuse come da decreto. Da qui la popolarità di hashtag come #ildirittoalgioco e #bimbicoraggiosi.
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