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venerdì, 26 Aprile, 2024
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La proposta di Cosenza Solidale: un tavolo per i più bisognosi

La rete di Cosenza Solidale, molto attiva durante il periodo del Coronavirus, lancia un lungo e accorato appello affinché si crei un tavolo sul problema dei più bisognosi in città.
“Durante i due lockdown – scrivono – la rete di Cosenza Solidale ha agito sul territorio del comune di Cosenza per dare supporto alle centinaia di famiglie bisognose che vi abitano, sostituendosi di fatto alle istituzioni e tamponando le gravi mancanze delle stesse, distribuendo viveri, pasti caldi, beni di prima necessità e coperte, fornendo, per quanto possibile, assistenza e conforto in chiave solidaristica”.
Aggiunge la nota: “Ciò che è emerso in questi mesi è che i disagi economici ed abitativi sono solo la punta dell’iceberg di una situazione ben più complessa. Infatti, questi sono aggravati da problemi legati a disturbi sociali, psichici e medici, a dipendenze di vario genere e a condizioni di emarginazione dovute, anche esse, all’assenza delle istituzioni che spesso porta le persone a vendersi e prostituirsi. La maggioranza dei casi sono ormai arrivati all’estremo, sia per chi li vive in prima persona, sia per chi abita i quartieri dove sono localizzati. Se, da un lato, è giusto ringraziare i cittadini che hanno sopportato e compreso alcune storie senza lasciarsi trasportare dai venti dell’intolleranza, dall’altro è altrettanto giusto rimarcare le mancanze e le responsabilità di tutti i soggetti preposti a fornire assistenza e soluzioni alla serie di questioni che abbiamo appena elencato”.
“Alcuni luoghi come il Cinema Italia, la stazione di Vagliolise, il Ponte di Calatrava, Cosenza Vecchia in ogni angolo del quartiere, sono zone dove le situazioni sono chiare e visibili a tutti, spesso si trovano nelle vicinanze di scuole e uffici pubblici – continua Cosenza Solidale – Ci chiediamo come sia possibile che i servizi sociali e l’assessorato al welfare del comune di Cosenza non seguano queste situazioni da vicino, fornendo assistenza e soluzioni, aiutando non solo i soggetti direttamente coinvolti, ma anche le loro famiglie, oppure perché non seguano i bambini del centro storico nell’istruzione e nella prevenzione medica. Ci chiediamo come sia possibile che il CSM (Ex CIM) e il SERT lascino persone in strada senza essere seguite, senza soluzioni e percorsi di recupero. Ci chiediamo come mai tutte quelle organizzazioni ed enti che per vocazione o per doveri dati dall’accesso a finanziamenti locali, nazionali ed Europei, che dovrebbero dare assistenza e supporto a tali soggetti, siano invece assenti e/o evanescenti”.
“In tutti questi casi parliamo di servizi pubblici evidentemente insufficienti e di operatori retribuiti per svolgere un lavoro che ad oggi non risulta essere risolutivo delle problematiche. I problemi sono noti a tutti, ma le motivazioni per le quali essi non siano all’ordine del giorno e non siano in alcun modo affrontati dagli organi preposti restano ai nostri occhi sconosciute. La nostra buona volontà nell’offrire supporto è stata e continuerà ad essere massima, ma ci scontriamo con questioni che vanno al di là delle nostre capacità e competenze”, continua ancora la rete.
Poi la richiesta: “Per questo motivo chiediamo un tavolo di confronto alla presenza dei soggetti sopraelencati per affrontare e risolvere queste problematiche. Abbiamo ancore impresse le immagini di chi è morto arso vivo nel suo palazzo o da solo sulle scale del cinema Italia: siamo stanchi di ascoltare parole banali e vuote di circostanza, chiediamo di intervenire prima che avvenga la prossima tragedia e che tutta la città la pianga”.

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