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mercoledì, 3 Settembre, 2025
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La Nato gela la “contabilità creativa” dell’Italia: No al Ponte sullo Stretto come spesa militare

Il governo italiano potrebbe ritrovarsi presto a rifare i conti per accontentare la pretesa degli Stati Uniti di raggiungere almeno il 5% del Pil in spese militari. Richiesta fatta da Donald Trump tutti gli alleati delle Nato, che l’Italia sperava di soddisfare infilando nel complesso delle spese militari anche il Ponte sullo Stretto di Messina, come opera strategica. Un’idea che sembra non piacere per niente agli Stati Uniti, almeno stando all’avvertimento lanciato dall’ambasciatore americano alla Nato, Matthew Whitaker, durante il Forum strategico di Bled in Slovenia. Come riporta Bloomberg, il diplomatico ha messo in guarda i membri dell’alleanza atlantica perché evitino «la contabilità creativa».

«Ho avuto conversazioni anche oggi con alcuni Paesi che stanno adottando una visione molto ampia della spesa per la difesa», ha detto Whitaker. L’obiettivo del 5%, insomma, deve riferirsi «specificamente alla difesa e alle spese correlate» e l’impegno deve essere assunto «con fermezza». Nel caso ci fossero dubbi sul riferimento all’Italia, l’ambasciatore ha affondato il colpo: «Non si tratta di ponti privi di valore strategico-militare. Non si tratta di scuole che in qualche immaginario mondo di fantasia sarebbero state utilizzate per qualche altro scopo militare».

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Gli Stati Uniti, però, hanno le idee chiare su cosa intendono per spese militari: battaglioni, artiglieria e carri armati, non «stravaganti opere di ingegneria», ricostruisce Bloomberg. Whitaker ha ribadito che, nonostante l’Europa abbia aumentato la spesa militare, «non lo ha fatto con sufficiente rapidità». Durante i suoi incontri nella regione, l’ambasciatore sta trasmettendo tre messaggi chiari: la mancanza di truppe europee («Mi preoccupa che non ci siano abbastanza combattenti»), la necessità di una crescita economica più forte e i rischi informatici crescenti.
(Fonte. open.online)

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