Si chiama Irene Colosimo. E’ di Catanzaro e fa l’ingegnere. Da qualche giorno, però, è meglio nota come la donna delle maree. Complice il bellissimo servizio del Corriere della Sera che la rende protagonista de “La Buona Notizia” del giorno. Irene ha 31 anni ed è un ingegnere idraulico. Arriva da una famiglia di ingegneri ed, oggi, ha il compito di ricavare energia dalle onde del mare. La sua crescita professionale è strabiliante. Da Catanzaro arriva a Bologna dove frequenta l’università. Dopo la laurea il suo percorso si sviluppa in giro per il mondo fino ad arrivare al dottorato in Olanda. Attualmente si trova in America dove, qualche giorno fa, scopre che la sua attività è protagonista di un fumetto, di una buona notizia. Per la Calabria. Per l’Italia. Insieme ad uno staff di biologici ed ecologi, fa sapere Irene a Cds, cerca di verificare le interazioni della natura tra terra e mare. Irene ed il suo staff, unica italiana del gruppo di lavoro, studiano le alte maree in posti considerati patrimonio dell’Unesco: la catanzarese racconta come gli olandesi si preparano alle alte maree e la loro cultura di dire addio alle dighe cercando di lavorare sui sedimenti rilasciati dal mare che poi vengono rimessi in contatto con la natura.
Sui social Irene ringrazia chi ha reso possibile questa sua scalata. E lo fa partendo dall’amore per una terra da cui è lontana solo fisicamente. “Mi piace portare il nome della mia città assieme a me, Catanzaro, e mi rende onore essere parte della quinta generazione di ingegneri della mia famiglia, nonché, come menzionato nel fumetto, la prima ad essere donna.
Forse il mio DNA mi ha spinto ad essere ingegnere, le mie radici hanno fatto sí che io scegliessi di impegnarmi per la salvaguardia delle coste e del mare. Ma ciò che ti permette di realizzare persino oltre ciò che desideri, è la tua passione, la tua dedizione, quanto sei disposto a fare sacrifici. Con questo articolo mi sento di rappresentare tanti di noi emigranti della nuova era, dal sud, dal centro o dal nord non fa più la differenza, si emigra lo stesso. E questo porta della nostalgia ma anche tantissima ricchezza. Ormai ci troviamo ovunque, siamo come umani allo stato fluido, ci adattiamo (e bene) in qualsiasi recipiente ci troviamo. Ci facciamo valere e otteniamo anche dei bei riconoscimenti. Molti di noi stanno bene ovunque ma mai abbastanza bene in un solo posto, siamo inquieti, mai sazi, siamo dinamici, siamo erasmus a vita, gli ambienti non internazionali ci stanno stretti. Siamo un ibrido, abbiamo studiato sui libri stampati e facevamo le ricerche sulla Treccani, usavamo l’Atlante. Fortunatamente Google e i suoi colleghi ancora non c’erano. Ma erano vicino e anzi direi, sono arrivati al momento giusto (per noi!). Perché oggi siamo master della tecnologia, è praticamente scoppiata nelle nostre mani! Siamo lontani da casa ma con un clic possiamo vedere il viso dei nostri cari. Siamo lontani ma siamo vicini alla nostra Italia e, nonostante la fuga, rimaniamo orgogliosi di esserne (una buona) parte”.
“La donna delle maree”, ha 31anni ed è di Catanzaro: Ecco la storia di Irene Colosimo
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