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martedì, 14 Maggio, 2024
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L’ audizione di Cotticelli in XII Commissione Affari sociali

 

Audizione sulla sanità calabrese da parte della XII Commissione Affari sociali della Camera dei deputati.

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COTTICELLI – “Ho preso visione del nuovo decreto Calabria. E devo dire che molte delle indicazioni in esso contenute sono state già da me più volte sollecitate al Ministero, in quanto il periodo che ha svolto in Calabria è stato caratterizzato da una profonda solitudine. Da un’ assoluta mancanza di mezzi e di personale con cui ho dovuto svolgere i miei compiti, se si considera che la struttura commissariale era composta soltanto dallo scrivente e da un sub commissario. Tutto il supporto e il personale amministrativo di mezzo, eccetera doveva essere fornito dalla Regione Calabria. Nell’ambito dello spirito di leale collaborazione tra governo e regione.

In questo contesto ambientale due persone da sole hanno dovuto operare in condizioni veramente proibitive. Ciò nonostante, fino a maggio-giugno di quest’anno (i verbali del tavolo di monitoraggio e del comitato di di Lea. Era stato estremamente proficuo perché il dipartimento, nonostante una penuria di mezzi e di uomini, aveva dato quello che ha potuto, per cui fino a giugno devo dire che  la struttura commissariale da me diretta aveva raggiunto gran parte degli obiettivi.

Successivamente l’atteggiamento del dipartimento è cambiato a seguito dell’ arrivo del nuovo direttore generale che ha operato una serie di atti per rinforzare il divertimento, ma di fatto la struttura si è trovata ancora più sola. Tant’è vero che abbiamo dovuto chiedere di tutti i tempi ha ad Agenas  tre persone per guardarci la mail, per supportarci nelle attività quotidiane.

Pertanto la struttura commissariale in tutti i tempi. Non è stata più puntuale nelle risposte ai quesiti del tavolo. E quindi siamo trovati in grossa difficoltà. Io ho rappresentato queste difficoltà al centro e vedo che il decreto legge che sta per prendere vita va in quella direzione perché prevede finalmente per i commissari una struttura di supporto, indipendente che consenta lo svolgimento delle attività delegate.

E come tutti sapete, è sostanziata nell’ atto di nomina; Sono 24 punti ben specificato in cui il commissario doveva dare risposta. Naturalmente c’erano delle verifiche semestrali da fare e la relazione che io ho fatto l’ultimo al Ministero della salute ricapitolava tutte le attività da me svolte

LE DOMANDE DEI PARLAMENTARI

On. Elena Carnevali (PD) – Quali sono gli obiettivi raggiunti cui ha fatto riferimento?

on Roberto Occhiuto (Forza Italia) – on che frequenza aveva interlocuzioni col ministero ed altre istituzioni? si è sentito vicino alle altre istituzioni come commissioni antimafia

on Celeste D’Arrando (M5S) – Il piano cosa prevedeva ed è tato attuato?

On. Francesco Sapia  (M5S) – A che punto sono leverifiche sull’integrazione tra ospedale e policlinico di Catanzaro? Ed il debito aggiuntivo 100 milioni sull’azienda universitaria?

On. Dalila Nesci  (M5S) – In che misura il dipartimento della salute ha inciso nel suo percorso di lavoro?

LA RISPOSTA CUMULATIVA DI COTTICELLI

Tutta la Regione Calabria è stata gestita da facenti funzioni. Il supporto di Agenas non era strutturale, non c’era personale che lavorasse presso di me. Ma veniva di volta in volta mandato per precisi compiti a tempo. Ci sarebbe stato bisogno invece di una struttura permanente.

Per quanto riguarda gli obiettivi raggiunti. C’è una mia relazione mandata al ministero della Salute e alla presidenza del Consiglio dei ministri e gli altri ministeri affiancanti, che è molto corposa. Si riferisce a tutta l’attività di un anno, è lunga ma è pubblica.

Il supporto, la frequenza nell’ interlocuzione con il Ministero questo è un punto  dolente perché la solitudine del commissario in una terra particolare, con dei compiti così gravosa è stata sempre molto forte. Non  che mi sia mancato alla mia richiesta un supporto però di fatto io ho agito da solo. E solo quando avevo una necessità mi rapportavo con il ministero e non mi ha mai fatto mancare. Evidentemente il suo supporto a mia richiesta. Ma era nei fatti, la solitudine. E io ed il sub commissario eravamo lì. Eh, Roma è lontana, lontana, non solo fisicamente, ma le varie problematiche andavano affrontate in loco e da solo. Quindi non posso dire che sono stato abbandonato che  posso dire di essere stato supportato, ma la figura stessa del commissario è caratterizzato dalla solitudine. Perché intanto nella regione è visto come un intruso che viene da fuori a gestire affari importanti per la Regione e poi per definizione solo. Perché deve adottare provvedimenti spesso impopolari, deve agire sui conti e quindi è comunque un soggetto, un corpo estraneo in un organismo diverso.

Per quanto riguarda i rapporti con il malaffare io voglio rispondere e alla domanda dell’ onorevole Occhiuto io non ho mai avuto incontri con la criminalità organizzata. Non posso dire di essere stato né minacciato né aggredito ne ostacolato nella mia attività della criminalità organizzata. Ma c’era un sistema, una atmosfera che  pur invisibile, una pressione ambientale tale per cui tu ti muovevi  in un ambito strano quando andavi a toccare interessi e quando andavi ti muovevi in un certo modo, avvertivi  una presenza ostile ma è impalpabilee tale da non costituire prova elementi da riferire all’autorità giudiziaria. Era una situaziona ambientale particolare perché ti faceva sentire solo. Era una solitudine che tu vivevi ma che non riuscivi a. A ad estrinsecare infatti in persone personaggi in situazioni meritevoli di denuncia penale. Quindi un percorso che per la verità non ha mai inciso sulle mie attività. Io ho fatto tutto quello che dovevo fare. Andando avanti per la mia strada, secondo le mie convinzioni, quindi che cosa però succedeva? Che quando adottava un provvedimento? Perdiamo il provvedimento sulla revisione della rete oncologica e la creazione dei breast unit Da quel provvedimento è scaturito una campagna stampa. I miei confronti? Con articoli quotidiani in cui si accusava di negare il diritto alla salute dei malati oncologici. Di favorire la migrazione sanitaria, eccetera. E allora quando sono andato a vedere, mi sono accorto che aver vietato alle strutture che facevano meno di 150 interventi all’anno sulla mammella di poter continuare ad operare questa si è scatenata questa campagna stampa. Questo condizionamento ambientale trovava spesso sfogo in attacchi  sui quotidiani o sulle altre testate online per cui venivi sottoposto ad un fuoco di fila di critiche. Quindi ogni provvedimento che magari non andava nel verso giusto, poi veniva di colpo stigmatizzato. Ma con una violenza verbale, con una aggressività si metteva e incuteva timore. Io non ne ho mai avuto, sono andato avanti per la mia strada, non hosubito condizionamenti di sorta da nessuno però, c’era questa pressione, ogni provvedimento, ogni  scelta che tu facevi che non andava verso certe situazioni poi veniva attaccato, quindi era una costante, c’è un metodo all’attacco all’ azione del commissario. Quando i provvedimenti adottati magari non andavano in certe direzioni, andavano ad assicurare addosso certi interessi, perché sostanzialmente in Calabria ho cercato di favorire il servizio sanitario pubblico, questo forse è una cosa che ho cercato di fare con forza e quando tu cerchi di condizionare riportare a normalità l’attività di strutture private e primo facendogli firmare i contratti perché all’inizio dell’anno io ho fatto firmare i contratti a tutte le strutture private. Ho dato dei budget che nel contratto ho ritenuto con una clausola di salvaguardia invalicabili. Ho disciplinato tutte le attività. Tutti hanno firmato i contratti e poi si è scatenata una catena di ricorsi al Tar contro i provvedimenti che ho vinto per il 99%. Quindi l’attacco era questo e ricorsi al Tar, attacchi stampa, eccetera. Perché? Perché ho cercato e credo di esserci riuscito ho cercato di mettere ordine nella erogazione delle prestazioni sanitarie da parte delle strutture private. che in Calabria ricordo sono molto forti. E godevano da anni di posizione di privilegio, ma comunque e che gestivano interessi importanti. Ho cercato in tutti i modi e mettere trasparenza e ordine in questo settore. Con una serie di attività perché tutta la mia attività è stata sempre improntata alla legalità.

E abbiamo fatto degli interventi importanti, ad esempio la clinica Sant’Anna di Catanzaro che aveva -l’avete vista- degli sviluppi giudiziari, è stata sequestrata, eccetera. Aveva addirittura un reparto, che non era non accreditata. Ma soprattutto il budget. Aver disposto l’invalicabilità del budget assegnato con dei contratti ave disciplinato l’erogazione di tutte le prestazioni, averle indicato una per uno, ha messo ordine in quel settore. E naturalmente ha creato qualche dissapore e poi ha avuto una conseguenza di tipo giudiziario, con una serie di ricorsi al Tar e una conseguenza anche mediatica, con attacchi continui.

Per quanto riguarda la commissione antimafia, io non sono mai stato sentito dalla commissione, pur avendo delle interlocuzioni sia col senatore Morra, ma per fatti diversi dalla mafia, sia con l’on Nesci con la quale ho un ottimo rapporto; ma mai sono mai stato sentito dalla commissione antimafia Forse non ce n’era mai stato bisogno. Perché non ho mai avuto nessuna minaccia mafiosa.

Veniamo adesso al piano anti covid. E’ bene, a questo punto che io faccia chiarezza perché c’è stata molta confusione su questa cosa che poi ha determinato la mia uscita di scena.  Si è parlato del problema del famoso programma operativo covid, questo è bene e chiarirlo questo aspetto perché c’è stata un po’ di confusione allora il programma operativo covid era stato in data 25 maggio, in sede di tavolo di monitoraggio chiesto verbalmente dal dottor Urbani, da quelli che c’erano, dicendo che verbalmente perché era mia competenza ridurre i piani previsti dall’ articolo uno. E dall’ articolo due del DL 34 relativo al potenziamento della rete ospedaliera e della rete territoriale. Più il programma operativo previsto dall’ articolo 18, comma uno, del DL 18 2020.

Sono due cose completamente diverse, signori. L’articolo uno e l’articolo due del DL 34 prevedevano il potenziamento della rete territoriale e della rete ospedaliera della Regione Calabria. Questi due articoli, questi due programmi di potenziamento vengono da me fatti insieme al Dipartimento della regione. E adottati con DL 91 103. Nel 2020 di giugno e uno di luglio e la Calabria è stata una delle 13 regioni italiane che si è dotata di un piano di potenziamento ospedaliero. In cui si prevedeva quasi il raddoppio dei posti letto in terapia intensiva e in terapia semi intensiva.

Questo programma, una volta approvato dal ministero è stato mandato al commissario Arcuri per l’esecuzione. Cioè  una volta che l’atto di programmazione fatto da me era stato approvato dal ministero, il ministero stesso lo manda al commissario Arcuri, il quale fa tutte le sue incombenze, il 2 novembre 3 novembre lo invia alle aziende ospedaliere, alle aziende sanitarie e individua come soggetti attuatori. Indicando anche un portale da cui le aziende avrebbero dovuto prendere i nominativi per la progettazione e l’esecuzione delle opere.

Quindi per quanto riguarda i posti terapia intensiva e semi intensiva le incombenze previste dall articolo due da parte dello scrivente furono soddisfatte. Per quanto riguarda il potenziamento della rete, invece, territoriale e prevedeva la creazione delle Usca, l’aumento delle ore di specialistica ambulatoriale, l’aumento delle ore per l’assistenza domiciliare e  l’assunzione di personale a tempo determinato, fu adottato da me con decreto DCA numero 104, di uglio  e mandato alle aziende sanitarie della regione, per l’attuazione perché il commissario fa atti di programmazione ed invece la gestione e la responsabilità degli altri spetta alle aziende.

Per quanto riguarda invece il programma operativo Covid, questo previsto dall’ articolo 18, comma uno, del DL 18 è un’altra cosa. E’ un documento amministrativo contabile su cui far gravare su un apposito centro di costo tutte le spese sostenute per l’emergenza Covid, quindi un programma operativo completo comprende la parte ospedaliera, la parte territoriale e la parte amministrativa contabile. Quest’ultima parte qui  è stato il punto della querelle perché io ho chiesto al ministero di chiarire chi dovesse farlo, questo c’è questo programma operativo, covi di natura contabile amministrativa, perché c’era stata una confusione normativa in quanto il l’ordinanza di protezione civile aveva individuato nel presidente della giunta regionale  il soggetto attuatore delle misure di emergenza Covid.

A sua volta il presidente della giunta aveva nominato il dottor Belcastro, soggetto attuatore delegato di questa operazione. Dalla nomina dall’inizio della pandemia fino ai giorni nostri, tutte le attività relative tamponi, processazione tamponi, ordinanza di protezione civile, tutte le misure, assunzioni di personale non assunto anche degli infermieri per le scuole sono tutte fatte dal dottor Belcastro. Senza che la struttura commissariale avesse mai preso parte a queste operazioni.

Allora siccome c’era da fare questo programma operativo covid ed ero stato incaricato io, io faccio un quesito al Ministero della salute. Questo quesito andava fatto perché uno il verbale del tavolo che mi indicava come responsabile di redazione di questo piano era nella gerarchia delle fonti inferiore all ordinanza di protezione civile. Due perché erano state fatte una serie di attività a me sconosciute che dovevano essere poi ricondotto in un piano. E allora faccio il quesito al ministero della salute e mi giunge il 27 ottobre il famoso foglio che io leggo in quella maledetta intervista. In quella sede apprendo che devo farlo io il giorno 28 ci sono gli atti. Il parere era quanto mai necessario perché andava chiarito bene, tutto il contorno legali giuridici, per fare un piano che ricapitolasse tutte le spese sostenute dai dai soggetti, dal dottor Belcastro e dagli altri per ricondurle in un piano.

Quando è arrivato il parere del ministero, il 28 ottobre, 27 ottobre, il giorno dopo, ho organizzato subito una riunione di dipartimento per dare corso alla realizzazione del piano. Però è importante, adesso io vi citi una cosa. A un certo punto arriva una nota, all’inizio del mese di agosto, a firma del dottor Urbani in cui si sollecitavano tutte le regioni italiane ad inviare i programmi operativi codice. Parliamo dell’inizio di agosto. Un ulteriore sollecito, sempre a tutte le regioni italiani, perveniva il 12 novembre scorso specificando ulteriormente che nel piano doveva essere inserito anche il piano di abbattimento delle liste di attesa, entro il 17 novembre. Significa che la Calabria non era la sola regione.

Per concludere voglio parlare dei LEA. Una delle cose che viene addebitata, si parla anche del mancato raggiungimento dei Livelli essenziali minimi.  Nella relazione il punteggio è 139 con un asterisco, dato provvisorio. Faccio accertamenti e scopro che i dati ai LEA per tutto il 2019 e tutto il 2020 benché regolarmente caricati non erano stati inviati. Faccio accertamenti e scopro che la ditta SIGEMONA non aveva avuto il prolungamento del contratto ed accreditava oltre due milioni e cinquecentomila euro.

Interpello il responsabile, il quale si dichiara disponibile, mette a lavorare tutti i suoi uomini. Io chiedo per il 15 novembre un’apertura al ministero della finestra per far inserire i Lea, i dati delle regioni. Io non conosco adesso il punteggio ottenuto. Però quel punteggio risulta provvisorio perché la Regione non aveva inserito, inviato i dati del 2019 e del 2020.

Il caso del debito della Fondazione Campanella. Faccio solo un flash signori. E vero che io non ho accusato il dottor Zuccatelli e aver pretestuosamente inserito perché era suo dovere, ma io mi riferisco ad un debito del 2014, e mai riportato, mai riportato nei conti economici degli anni successivi. Questa è la domanda : perché non è stata mai evidenziata questa sofferenza? Ed è uscita correttamente con la sentenza della Cassazione, che ha dichiarato non più esigibili quei crediti.

Su quella sulla fase finale io non ho nessun dubbio, però mi chiedo chi e perché non hai inserito il debito degli anni successivi? Quando c’era una relazione dell’ advisor, che aveva già segnalato la cosa e io per questo ho chiesto l’intervento della Guardia di finanza con una lettera, quando ho saputo la cosa perché a certi perché si accertino di  quanto è accaduto.

 

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