“Grazie. In questi giorni, questa parola è stata la mia più grande compagnia. Grazie per la vostra vicinanza, per aver rispettato il nostro dolore e per esserci stati silenziosamente accanto. Oggi, però, vi chiedo di non restare in silenzio. Vi invito a rimanere vicino a noi, a non permettere che questa tragedia atroce venga relegata a un conflitto tra due famiglie, gestito male.
Tutti sappiamo che non è così. Tutti da decenni abbiamo subito soprusi e minacce da chi, da quattro generazioni, si arroga il diritto di possedere la nostra spiaggia e il nostro mare”.
Sono parole di Angela Giaquinta, la madre di Filippo Verterame, 22 anni, gestore insieme ad altri amici di un lido inclusivo in località Le Cannella a Isola Capo Rizzuto e ucciso, lo scorso 19 agosto, a seguito di una rissa. “È giunto il momento di trasformare il dolore e la rabbia in azione- aggiunge la donna -, nelle sedi giuste e con le modalità appropriate. Diciamo no alla RASSEGNAZIONE: denunciamo, affinché la perdita di mio figlio e i sogni di chi lotta per un futuro dignitoso non rimangano impuniti.
Vi chiedo ancora una volta di essere al mio fianco, tutti CITTADINI, ASSOCIAZIONI e ISTITUZIONI. Solo quando il tratto di mare in cui mio figlio e gli altri membri dell’associazione Asylos avevano riposto tante speranze sarà ripristinato nel rispetto della legalità, e tornerà a essere Res Publica come dovrebbe essere, e il suo ASSASSINO avrà il massimo della pena, potrò finalmente spegnere la testa e lasciare lacrimare il cuore. GRAZIE“- conclude Angela Giaquinta.