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sabato, 20 Aprile, 2024
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VIDEO- Infiltrazione della cosca “Arena-Nicoscia” nel Nord-Est: Quattro arresti, sequestro beni per 9 milioni di euro

A seguito di complesse indagini dirette dalla Procura della Repubblica ā€“ Direzione
Distrettuale Antimafia di Venezia, in data odierna la Direzione Investigativa Antimafia ed il
Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Verona, sono state delegate ad eseguire, nelle
province di Verona, Mantova e Trento, quattro misure cautelari personali e il sequestro di
beni per un valore di oltre 9 milioni di euro cosƬ come disposto con ordinanza dal GIP
presso il Tribunale di Venezia. Nellā€™operazione, tuttora in corso, tra Veneto, Trentino Alto Adige e Lombardia, sono impegnati oltre 40 militari ed agenti della Guardia di Finanza e della Direzione Investigativa Antimafia. In particolare, tre soggetti sono stati raggiunti da misura di custodia cautelare in carcere, mentre un quarto uomo ĆØ stato sottoposto ad obbligo di dimora presso il comune di residenza. Ai predetti destinatari di misure cautelari sono contestati reati tributari, con particolare riferimento allā€™emissione e utilizzo di false fatturazioni, riciclaggio e autoriciclaggio, aggravati dallā€™aver commesso tali reati con metodo mafioso e per agevolare lā€™attivitĆ  dellā€™associazione di stampo mafioso denominata ā€˜ndrangheta. Eā€™ stato contestualmente eseguito a carico dei soggetti sottoposti a indagine il sequestro di oltre 9 milioni di euro quale profitto dei reati tributari e del riciclaggio. I provvedimenti restrittivi della libertĆ  personale, nonchĆ© ablativi eseguiti nella mattinata
odierna sono una prosecuzione di attivitĆ  investigative dirette dalla stessa Procura della
Repubblica di Venezia- Direzione Distrettuale Antimafia- e delegate alla Direzione
Investigativa Antimafia.

Allā€™esito delle indagini si accertĆ² lā€™operativitĆ  di un sodalizio criminale di stampo ā€˜ndranghetistico dedito alla commissione di numerosi delitti. In particolare, erano emersi concreti elementi di prova che una societĆ , gestita dai tre soggetti, allā€™epoca arrestati, era stata strumentalmente utilizzata per lā€™emissione di fatture per operazioni inesistenti di cui erano beneficiarie altre imprese riconducibili ad esponenti della criminalitĆ  organizzata di matrice calabrese operanti tra VENETO ed EMILIA ROMAGNA. A partire dalle risultanze della pregressa indagine, sono state avviate ulteriori attivitĆ  investigative, tali da documentare gravi indizi relativi allā€™esistenza anche di altre societĆ  ritenute vicine alla criminalitĆ  organizzata di tipo mafioso (ā€˜ndrangheta), interessate alla realizzazione di lavori ā€“ anche in appalti pubblici – nel settore edilizio. Le successive verifiche svolte, avvalorate anche dalle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, hanno determinato lā€™apertura di un nuovo procedimento penale e lā€™esecuzione di complessi accertamenti bancari nei confronti di societĆ  esecutrici di lavori pubblici. Tali rinnovate indagini, delegate dalla Procura di Venezia, in modo sinergico, alla Direzione Investigativa Antimafia e dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Verona, sono state orientate allā€™attivitĆ  di infiltrazione nel settore dellā€™edilizia in Veneto da parte di strutture locali di ā€˜ndrangheta afferenti, in particolare, alla cosca ā€œARENA-NICOSCIAā€, operante a Isola di Capo Rizzuto (KR).

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Gli specifici approfondimenti investigativi eseguiti dai finanzieri del Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria di Verona ā€“ consistiti in disamine contabili, indagini finanziarie,
controlli incrociati, riscontri degli obblighi previdenziali sul personale dipendente,
interpolazione con le evidenze antiriciclaggio e mappature delle cointeressenze societarie ā€“
unitamente alle contestuali verifiche fiscali avviate in parallelo, hanno permesso di
riscontrare concreti elementi che suggeriscono una effettiva presenza di elementi di
contiguitĆ  con la ā€˜ndrangheta in alcune delle imprese oggetto di attenzione, nonchĆ© di
appurare la fittizietĆ  di taluni rapporti tra imprese per la realizzazione di opere o la
prestazione di servizi e di accertare, tra lā€™altro, la destinazione dei flussi finanziari a favore
di imprese con sede in Calabria, rappresentate o riconducibili ad ambienti della criminalitĆ 
organizzata. I destinatari dei provvedimenti sono indagati per i delitti di riciclaggio (art.648- bis c.p.), autoriciclaggio (art.648-ter 1 c.p.), emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (art. 2 e 8 DLGS 74/2000), tutti aggravati, per il caso di specie, dal metodo mafioso (art.7 d.l. 152/91, ora art.416-bis.1 c.p.) avendo costoro agito nellā€™interesse delle locali di ā€˜ndrangheta. Si ricorda che il provvedimento cautelare personale e reale ora eseguito interviene nellā€™attuale fase delle indagini preliminari ed ĆØ basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio. La responsabilitĆ  penale degli indagati sarĆ  accertata solo allā€™esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile. Nei confronti degli stessi vige, infatti, la presunzione di innocenza che lā€™art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.

 

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