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venerdì, 29 Marzo, 2024
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Infermiera morta a Catanzaro, il fratello: “Tampone dopo 9 giorni!”

 

di Nico De Luca – E’ un dolore molto dignitoso quello del fratello di Annamaria, l’infermiera 56enne deceduta per Covid a Catanzaro. Alessandro è pure lui infermiere a Soverato. Non vuole polemiche e non punta l’indice contro nessuno. Ci ricorda però che presso l’AOPC l’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio sua sorella, stimata e benvoluta, ha prestato servizio per oltre 30 anni. Lo stesso ospedale dove – presso Malattie Infettive – lavora pure suo marito, risultato positivo anche lui ed ora in quarantena.

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Sono solo amareggiatodichiara in esclusiva a CalabriaNews.itche sia stata esclusa dal primo minuto l’ipotesi di contagio all’interno del Nosocomio perché tutti i suoi colleghi erano negativi. Tutti possiamo comprendere che oltre ai sanitari in ospedale ci si imbatte in decine, a volte centinaia di altre persone.

Non dico che Annamaria ha preso il contagio per forza in ospedale (lavorava alla Senologia del Breast Unit, screening per il tumore alla mammella dell’AOPC ndr), ma non possiamo neppure escluderlo a priori – aggiunge il sig. Corapi.

LA GRAVITA’ DELLA VICENDA

Ma il punto più grave della vicenda è un altro: dalla segnalazione del sospetto covid fatta dal medico al tampone sono passati 9 giorni!!

Fino a venerdì 2 ottobre mia sorella è stata al lavoro. Domenica 4, nella sua abitazione di Girifalco, Annamaria ha cominciato ad avvertire i primi sintomi di malessere: febbre alta e tosse. Lunedì 5, secondo protocollo, ha contattato il suo medico curante per segnalare questi sintomi”. In quel momento la donna ha comunicato lo stato di malattia all’Azienda.

Sempre lunedì 5 ottobre il medico curante ha spedito una PEC al servizio di prevenzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, richiedendo “un tampone Sars Covid per Corapi Annamaria, soggetto immunodepresso con virosi respiratoria e febbricitante, infermiera presso l’Ospedale di Catanzaro”. 

L’ASP di Catanzaro è andata a farle il tampone giorno 14 ottobre: “9 giorni di attesa in cui il virus – aggiunge addolorato il fratello – si è mangiato i polmoni di mia sorella. Lei mi ha scritto  sul telefono alle 17 di giorno 15 ottobre e dopo due ore ho perso i contatti con lei. Alle 21 il medico, dopo tanta insistenza, mi ha riferito che il quadro clinico era gravissimo. Dopo poco tempo è arrivato il decesso.

TRAPIANTATA, NON MALATA

Una precisazione tiene a farla il sig. Corapi, per smentire alcune tesi mediatiche: “Mia sorella non era malata ed avrebbe potuto vivere tranquillamente altri trent’anni. In verità era nata con un rene policistico che poi l’aveva costretta alla dialisi extracorporea. Ma quattro anni fa aveva trapiantato con successo il rene e conduceva una normale terapia per contrastare l’eventuale rigetto.”

Ma ora rimane l’inquietante ed angoscioso dubbio: perché ad una sanitaria impegnata a controllare pazienti anche delicati (prima del trapianto era in Enco-ematologia pediatrica) il tampone è stato fatto dopo ben 9 giorni?

Altri interrogativi e magari qualche rimorso rimarrà a carico di coloro che hanno determinato una tragedia del genere; peraltro in una famiglia piena di infermieri, ora profondamente e per sempre segnata da questa morte ingiusta.

I funerali di Annamaria si terranno domani, mercoledì 26 ottobre, nella chiesa di Santa Maria Immacolata a Soverato, alle ore 11.00, a numero limitato per le restrizioni sanitarie.

 

 

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