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mercoledì, 24 Aprile, 2024
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Il suo film ha soltanto due candidature ai David e Muccino spara a zero sugli altri film in gara

Due candidature ai David di Donatello per il suo “Gli anni più belli” non bastano a Gabriele Muccino, che si sente offeso e su Twitter spara a zero sull’Accademia del cinema italiano, che assegna le statuette. “Diciamocelo, cari Giurati del @PremiDavid: questa ennesima volta (è dal 2003 che snobbate il mio lavoro), l’avete fatta grossa. A perdere non sono io, ma la vostra credibilità, smarrita peraltro da tempo”. E aggiunge: “Farò il tifo per @miramazzotti e @ClaudioBaglioni #Gliannipiùbelli”.
Al regista ha risposto (interpellata dall’Ansa) Piera Detassis, direttore artistico dell’Accademia del Cinema italiano – Premi David di Donatello: “Mi spiace e capisco la delusione, ma a votare ai David di Donatello sono tutti professionisti di cinema molto selezionati”. Muccino, sottolinea Detassis, “non si deve lamentare perché in realtà ha due candidature per “Gli anni più belli”: quella andata a Michaela Ramazzotti e quella appunto alla canzone di Baglioni”. In realtà, “Gli anni più belli” è in cinquina anche al David Giovani destinato al miglior film votato, con apposito regolamento, da una giuria di giovani delle scuole superiori e delle università.
Non è la prima volta che il regista polemizza riguardo la ricezione da parte della critica dei suoi film, e si è scagliato molte volte contro scelte a suo dire ingiuste. Molte le risposte al caustico tweet da parte degli utenti: c’era chi consolava il regista, ricordando come molti film famosi abbiano ricevuto pochi premi dalla critica, e chi invece si è scagliato contro la presunzione di Muccino.
“Gli anni più belli” è uscito lo scorso 13 febbraio al cinema. La cerimonia del Premio David di Donatello andrà invece in onda il prossimo 11 maggio su Rai1, e la serata verrà condotta da Carlo Conti. Tra i favoriti “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti, con quindici candidature, “Hammamet” di Gianni Amelio con quattordici e “Favolacce” dei fratelli D’Innocenzo con tredici. Contro l’acclamato film indipendente dei D’Innocenzo Muccino ha scagliato gli strali più velenosi. “Sto provando a guardare da stamattina Favolacce. Non lo sono ancora riuscito a finire. Sarò poco intelligente o cinefilo per comprenderne la grandezza? (Eppur sono di quelli che quando vedono Dogman, chiamano il regista per ricoprirlo di complimenti)”, ha scritto sempre su Twitter, per poi aggiungere nei commenti: “Per la cronaca: Pasolini detestava Calvino, Moretti Monicelli, i viscontiani si odiavano con i felliniani e a volte venivano persino alle mani. Se posso dirla tutta e fino in fondo, tutto questo politicamente corretto, è la tomba dell’arte e lo trovo insopportabile”.

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