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giovedì, 28 Marzo, 2024
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Il plenum del Csm ha scelto Giovanni Melillo come nuovo procuratore nazionale antimafia

Il plenum del Consiglio superiore della Magistratura ha nominato a maggioranza, con 13 voti, Giovanni Melillo, 61 anni, di Foggia nuovo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. Non c’è stato bisogno di un ballottaggio come si ipotizzava alla vigilia per arrivare alla nomina. Melillo, procuratore di Napoli prende il posto di Federico Cafiero De Raho, in pensione da febbraio scorso.
Nulla da fare, quindi, per il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, che era il suo diretto concorrente e che ha avuto 7 voti e l’aggiunto della Dna Giovanni Russo 5.

Per Melillo hanno votato sicuramente i due componenti di diritto della Cassazione, Giovanni Salvi e Pietro Curzio, i togati Dal Moro, Cascini, Zaccaro, Chinaglia, Suriano di Area, i laici Benedetti, Donati, Cerabona, più due consiglieri di Unicost.
Per Gratteri invece si sono schierati Marra, Ardita, Di Matteo, Pepe di A&I, i laici Basile, Gigliotti, Cavanna.
Terzo è stato il procuratore aggiunto in Dna Giovanni Russo, con i voti di D’Amato, Braggion, Miccichè, Balduini di Mi e il laico Lanzi.

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La Direzione nazionale antimafia ha il compito di impulso investigativo e coordinamento delle 26 procure distrettuali che poi materialmente indagano, con poteri di sorveglianza, controllo e avocazione delle indagini.

Si è trattato- si legge sul quotidiano Domani – di una precisa scelta di campo del Csm: da un lato il candidato più istituzionale, Melillo; dall’altro quello definito anche in discussione il più “ruspante”, Gratteri. Il primo caratterizzato dalla prudenza e segnato anche da un legame tecnico con la politica, oltre che dal fatto che anche il suo predecessore veniva dalla procura di Napoli; il secondo svincolato dalle correnti, ma divisivo debordante a livello comunicativo, però proveniente dalla Calabria e quindi esperto del fenomeno criminale più significativo in questa fase storica.
I consiglieri a sostegno di Gratteri, come Giuseppe Marra, hanno sottolineato nei loro interventi come la nomina abbia un forte “valore simbolico” anche al netto dei curriculum: «Gratteri è il simbolo della lotta alla mafia, anche in forza della sua forte presenza mediatica, collegata all’attività da lui svolta. Da ultimo il processo Rinascita Scott, che vede imputate 400 persone per 416bis».

CHI È GRATTERI
Il battitore libero per antonomasia della magistratura italiana, Nicola Gratteri è nato in Calabria e qui ha svolto tutta la sua carriera, prima come pm di Locri, procuratore aggiunto a Reggio Calabria insieme a Giuseppe Pignatone e poi come procuratore capo di Catanzaro. Tra i massimi esperti di ‘ndrangheta, vive sotto scorta dalla fine degli anni Ottanta ed è stato spesso criticato per le sue esternazioni pubbliche e in televisione.

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