La loro foto aveva fatto il giro del mondo come simbolo degli orrori della guerra in Siria: la famiglia El Nazzer, con il padre Munzir, mutilato a una gamba e il piccolo Mustafa, quasi senza arti, ha adesso lasciato Budrio (Bologna), dove era stata accolta per un percorso riabilitativo nel centro protesi Inail, per trasferirsi in Germania. Ne danno notizia, secondo quanto riporta il Resto del Carlino, la Città Metropolitana di Bologna e il Comune di Budrio.
Dopo che a settembre la famiglia era arrivata a Budrio, dopo un periodo di permanenza alla Caritas di Siena, per intraprendere un percorso di riabilitazione nel centro protesi Inail di Vigorso, a gennaio hanno deciso, in assoluta autonomia e senza preavviso, di interrompere il progetto e trasferirsi in Germania.
A curare il piccolo è stato il responsabile del centro Inail di Lamezia Terme. Si chiama Gregorio Teti, ha 50 anni, origini calabresi e guida l’area tecnica del Centro protesi di Vigorso di Budrio così come anche dirige il centro protesi Inail di Lamezia Terme. Mustafa, il bimbo siriano di 6 anni è nato senza braccia e senza gambe a causa di un attacco chimico durante la gravidanza, e il papà, 35 anni, ha invece perso una gamba in seguito a un bombardamento nel loro Paese.
Leggi anche:

















