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venerdì, 19 Aprile, 2024
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Il ‘Gambero viola’ incona contro l’oicofobia calabrese: La provocazione diventa arte con Santiago Ydáñez

Corigliano Rossano (CS) – Il nome scientifico è aristeus antennatus, tutti lo conoscono come Gambero Viola. A differenza di altre specie di gambero, il sapore del viola è fresco e delicato. La colorazione è di un rosso pallido con lucenti sfumature viola intenso. Viene pescato nel Mediterraneo, in particolare in zone dove salinità e fauna marina sono integre. È un gambero molto pregiato, apprezzato e viene quasi sempre proposto nei piatti di crudités. Spesso se ne trova di meno perché la sua cattura è più ardua, ad esempio rispetto al gambero rosso (aristaeomorpha foliacea) che vive nei fondali fangosi.

Il viola vive in profondità più elevate (fino a 1400 metri) ed effettua spostamenti verticali, passando da 150 metri (di notte) ad 800 metri (di giorno). Un prodotto dal gusto unico, interessante anche dal punto di vista nutrizionale. In alcuni periodi dell’anno il prezzo può arrivare anche a costare 50/60 euro al Kg. Solitamente viene abbattuto e congelato a -40°C direttamente a bordo dei pescherecci. La qualità del pescato risulta a dir poco straordinaria. Tanto più quando lo si riesce a trovare non congelato a bordo, ma fresco al 100%, pescato la notte e venduto al mattino presto, come ad esempio accade con la marineria del Porto di Cariati. Motivo per cui, se altrove è noto come di Gallipoli, nella Sibaritide e nel Crotonese è riconosciuto come Gambero Viola di Cariati.

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Ed è stato proprio il Gambero Viola, uno fra i marcatori identitari che la penisola calabrese condivide con altri Paesi del Mediterraneo che ha attratto di più l’attenzione e la sensibilità dell’artista andaluso Santiago Ydáñez, ospite e protagonista dell’evento culturale internazionale OICOFOBIA, dedicato provocatoriamente all’atavico e grave sentimento di paura e di rifiuto delle proprie storia e identità che connota in particolare i calabresi, promosso dall’associazione europea Otto Torri sullo Jonio in occasione del suo venticinquesimo anniversario, con l’Università di Malaga ed Enel Italia Spa, sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e, ultimo in ordine di tempo aggiuntosi, con il patrocinio del Ministero del Turismo.

Al Gambero Viola di Cariati – spiega il direttore di Otto Torri sullo Jonio, Lenin Montesanto – Ydáñez ha già dedicato uno dei suoi dieci dipinti, ispirati dalla sua residenza esperienziale nella Calabria Straordinaria, quella inedita ed inesplorata, sconosciuta spesso agli stessi residenti proprio a causa dell’oicofobia dominante e pervasiva, inaugurati nelle scorse settimane nel Concio della Fabbrica Amarelli di Corigliano-Rossano.

Ma adesso – scandisce – ha fatto di più. Facendolo diventare di fatto ed indirettamente l’immagine emblematica della provocazione continua e della militanza anti-oicofobica storicamente portata avanti da Otto Torri, di rientro nella sua Jaen – prosegue il direttore di Otto Torri – l’Artista andaluso ne ha realizzato un altro nel suo laboratorio: un grande dipinto (200×250), olio su lino dedicato ancora una volta a quel gambero così pregiato e così distintivo anche dei nostri mari, ma allo stesso tempo latitante (così come gran parte del pescato genuino, fresco, sano e di stagione, dello Ionio e del resto del Mediterraneo) nell’allucinante proposta della stragrande maggioranza della ristorazione della nostra costa che – conclude Montesanto – all’ospite ed al viaggiatore continua ad imporre, salvo rarissime eccezioni, gamberi tropicali e gamberoni di altri emisferi, insieme all’immancabile e peggiore salmone nord-europeo divenuto, assieme alle scadenti glasse di finto aceto balsamico ed all’onnipresente rucola insapore, imbalsamata e imbustata chissà dove, la bandiera della trasversale vergogna calabrese rispetto alle proprie tradizioni enogastronomiche, marinare, costiere e montane.

IL GAMBERO VIOLA, SFIDA A CERCARE NEL PROFONDO LA NOSTRA IDENTITÀ
Santiago Ydáñez – dichiara Giovanni Donato, primo presidente di Otto Torri sullo Jonio – ci restituisce un gambero viola gigante, lucido, potente. Muscoloso, quasi antropomorfo. Il gambero viola diventa icona di una sfida con se stessi e con la natura che ci circonda. Come il Moby Dick di Melville, il Gambero Viola di Ydáñez è simbolo di ricchezza e benessere. Ma a differenza del Capitano Achab, il calabrese non lo insegue senza sosta. Non è pronto ad attraversare i sette mari ed a doppiare Capo Horn. Preferisce abbandonare il Pequod sulla riva e montare su un espresso notturno per raggiungere le grandi città del nord-Italia e poi del nord Europa. Con le sue grandi e succulente antenne, Ydáñez ci invita a cercare nelle profondità del mare parte della nostra identità. Il Gambero Viola gigante è una sfida a tornare a cercare qui e non altrove le opportunità di crescita economica e sociale per generazioni delegata ad altri. È un invito – conclude Donato – a credere in chi dice, come canta il calabrese Brunori, che in fondo a quel mare esiste davvero un mondo migliore.

OICOFOBIA, ESPOSIZIONE VISITABILE AL CONCIO AMARELLI FINO AL 12 AGOSTO
L’esposizione straordinaria OICOFOBIA (dieci opere realizzate in loco con l’uso della liquirizia come pigmento), curata da Maria Jesùs Martinez Silvente, docente di arte e vice rettore aggiunto dell’Università di Malaga, resterà visitabile fino al venerdì 12 agosto al Concio Amarelli. Il Catalogo ufficiale, realizzato in partnership con Rubbettino Editore e Mi ‘Ndujo sarà presentato il prossimo 28 ottobre in un evento ad hoc alla presenza del Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, al quale sono stati invitati anche l’Ambasciatore di Spagna in Italia S.E Alfonso DASTIS ed il Presidente della Giunta della Regione Autonoma dell’Andalusia D. Juan Manuel Moreno Bonilla.
(Fonte: Otto Torri sullo Jonio)

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