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lunedì, 6 Maggio, 2024
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IGP al peperoncino Calabria per contrastare quello cinese

Presentato a Mipaaf disciplinare per Igp dal Consorzio dei produttori della regione

Presentato ufficialmente al Mipaaf dal Consorzio dei produttori della regione il disciplinare per il riconoscimento IGP (Indicazione geografica protetta) del peperoncino di Calabria, con il supporto di Cia-Agricoltori Italiani, che da anni porta avanti una campagna di contrasto alla concorrenza sleale proveniente dalla Cina.

Il comparto ha, infatti, bisogno di valorizzazione e tutela per competere in un mercato dominato da prodotto orientale di bassa qualità e con poche garanzie igienico-sanitarie. Il riconoscimento del marchio IGP rappresenta, dunque, il volano necessario a rafforzare tutto il ciclo produttivo e sviluppare una filiera di qualità, identitaria, sostenibile e redditizia.

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Questo il focus dell’incontro che si è tenuto oggi all’Accademia del peperoncino di Diamante, alla presenza della dirigente del Mipaaf, Roberta Cafiero, dell’assessore regionale all’agricoltura, Gianluca Gallo e di Fulvia Caligiuri, della Commissione Agricoltura in Senato.

Il peperoncino è un alimento tipico della cucina italiana dalle grandi proprietà nutritive e salutistiche, con una produzione concentrata prevalentemente nei territori della Calabria, che da sola realizza il 25% del prodotto italiano. “Il nostro peperoncino – spiega Cia in una nota -è poco tutelato dal dumping estero. Se ne importano, infatti, più di 2 mila tonnellate (prevalentemente, Cina), dai bassi standard qualitativi e con prezzi assolutamente inferiori rispetto a quelli di mercato, che ne viene stravolto, non permettendo al settore di svilupparsi. La produzione italiana, pur di elevatissima qualità, non è attualmente in grado di soddisfare la domanda nazionale: il nostro Paese non copre più del 20% del suo fabbisogno (400 tonnellate, circa). Il prodotto cinese ha un prezzo di circa 3 euro contro i 15 del costo medio italiano e ciò dipende dai maggiori costi di produzione del peperoncino nazionale, che viene rigorosamente selezionato, raccolto a mano e infine trasformato con l’impiego di tecniche d’avanguardia.

L’analogo prodotto cinese è, invece, risultato di tecniche di raccolta e trasformazione molto grossolane”.

FonteANSA

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