Merito alle imprese artigiane che creano valore economico e sociale, praticando, con estrema maestria, professionalità e concretezza, tutto ciò che risponde alle esigenze del mondo attuale: sostenibilità, innovazione tecnologica, economia. A sottolinearlo, Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Unilavoro Pmi, il quale evidenzia come l’artigianato sia in grado di promuovere, con continuità, occupazione, coesione, inclusione sociale e benessere collettivo. Esso, rimarca l’imprenditore lametino, non è soltanto patrimonio culturale e identità nazionale, ma anche realtà economica. Lo testimonia la storia. L’analisi di un lungo periodo delle variabili economiche, in particolare del Pil, e di quella socio-demografiche, evidenziano che l’Italia, dal dopoguerra a gran parte degli anni novanta, ha vissuto un periodo di diffuso accesso al benessere economico.
E’ seguito poi un ventennio complesso, di crescita risicata, che ha ostacolato la ridistribuzione sociale di reddito e di ricchezza. E’ stata la piccola impresa, inclusa quella artigiana, sottolinea Guzzi, a determinare un cambiamento importante poiché si è resa protagonista del modello di sviluppo di cui si aveva bisogno. Piccole imprese e artigianato sono state, in modo efficiente e tangibile, parte integrante del sistema economico e sociale. Motori che hanno generato sviluppo e prosperità. Grazie a loro, ampi gruppi sociali e diversi territori, hanno avuto la possibilità di partecipare alla conquista del benessere e ad una più alta qualità della vita.
Oggi, come in passato, l’artigianato rappresenta un settore fondamentale dell’economia. Una reale opportunità, che consente di trasformare una passione in una carriera sostenibile, appagante e redditizia. Grazie anche, conclude Guzzi, all’integrazione di nuove, imponenti tecnologie, le quali non snaturano le caratteristiche di questo nobilissimo mestiere, ma lo arricchiscono di nuove e più semplici potenzialità. Connotazioni tecniche ed espressive che ne definiscono l’esclusività.