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sabato, 20 Aprile, 2024
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Guzzi (Unilavoro Pmi): Dopo la fase acuta della pandemia Covid sembra avviarsi la ripartenza del settore turistico

Il futuro dei viaggi sembra finalmente più roseo. Sono diversi i Paesi che, già da tempo, hanno ammorbidito blocchi e restrizioni. Soprattutto in questo periodo, in prossimità dell’estate, stiamo assistendo a significative riaperture, che lasciano sperare in una pronta ripartenza del settore turistico globale. Queste le parole di Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi, il quale, “la pandemia ha determinato un’intensa flessione dei flussi turistici in tutto il territorio nazionale. Il calo ha riguardato in misura più marcata la componente internazionale e, tra le aree geografiche, il Centro e il Mezzogiorno”.

La crisi pandemica, si legge, si è riflessa in un deterioramento delle condizioni occupazionali e in una contrazione del fatturato del settore turistico più marcati rispetto agli altri comparti. Le imprese turistiche, come noto, hanno fronteggiato un forte fabbisogno di liquidità che le ha portate, inevitabilmente, a ricorrere ai finanziamenti erogati da banche e società finanziarie. Loro, rispetto a tutte le altre attività, hanno subito danni ingenti. Alcune attività hanno resistito all’urto violento, altre hanno chiuso i battenti. Un periodo lungo e nefasto che ha indebolito l’economia mondiale.

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Finalmente, sottolinea Guzzi, ci sono segnali rilevanti che lasciano sperare in una ripresa importante. Si prevede che i settori globali dei viaggi e del turismo torneranno a livelli soddisfacenti. Un’indagine del World Travel & Tourism Council (WTTC), stima che il contributo dell’industria turistica verso l’economia mondiale, per il 2022, potrebbe raggiungere gli 8,5 milioni di euro e il comparto turistico, potrebbe addirittura creare ben 58 milioni di posti di lavoro. Un’altra indagine, quella di Demoskopika, (Istituto italiano per le ricerche di opinioni e di mercato), diffusa in occasione della Borsa Internazionale del Turismo (Fiera di Milano), prevede che saranno quasi 343 milioni di presenze, tra italiani e stranieri, in crescita rispetto al 2021, ma ancora lontano dallo scenario pre-pandemico.

Secondo Demoskopika, che ha stimato i flussi turistici sulla base dell’imposta di soggiorno, rilevabile dal sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (SIOPE), e delle recenti previsioni dell’Istat, che ha riguardato un campione rappresentativo di 800 italiani maggiorenni residenti in Italia, oltre la metà (51%), avrebbe deciso di andare in vacanza per i prossimi mesi, con il 16% che ha già prenotato. Al netto di chi ci sta pensando, ma manifesta ancora un livello di indecisione (18%), gli italiani pronti a fare le valigie sarebbero circa 30 milioni di individui. Il 2022, si legge, segnerebbe un incremento dei flussi turistici in Italia: quasi 343 milioni di presenze e poco più di 92 milioni di arrivi, con una crescita rispettivamente pari al 35% e al 43% rispetto all’anno precedente.
Segnali in ripresa, conclude Guzzi, che rimangono al di sotto dei risultati registrati nel 2019, ma che lasciano ben sperare.

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