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giovedƬ, 28 Marzo, 2024
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Guardia di Finanza sequestra beni a tre imprenditori catanzaresi

Beni per oltre 200 milioni di euro sono stati confiscati a tre imprenditori catanzaresi. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro di prevenzione, di beni per un valore di oltre 200 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Catanzaro – Sezione Misure di Prevenzione su richiesta di questa Procura Distrettuale.

Destinatari della misura ablativa sono gli imprenditori catanzaresi Antonio Lobello e i figli Giuseppe Lobello e Daniele Lobello, che lo scorso mese di marzo erano stati destinatari della misura cautelare personale nellā€™ambito dellā€™operazione ā€œCoccodrilloā€, perchĆ© gravemente indiziati, a vario titolo, rispettivamente di interposizione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio. Tra i reati contestati a Giuseppe Lobello vi erano anche quelli di estorsione e di concorso esterno in associazione mafiosa. Con lo stesso provvedimento cautelare era stato disposto, inoltre, il sequestro di alcuni beni di fatto riconducibili ai tre imprenditori, anche se intestati a loro prestanome.

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Il patrimonio sottoposto a sequestro, per un valore di oltre 200 milioni di euro, ĆØ costituito da 110 fabbricati e 49 terreni ubicati nei territori di Catanzaro, Simeri Crichi, Settingiano e CirĆ² Marina, 67 automezzi, 5 motoveicoli, quote sociali relative a 13 aziende con sede a Catanzaro, Simeri Crichi e Firenze, complessi aziendali di 12 societĆ  operanti nel settore dellā€™edilizia pubblica e privata e aggiudicatarie di numerosi appalti pubblici, complesso aziendale di una societĆ  operante nel settore della ristorazione e diverse disponibilitĆ  bancarie e finanziarie, nonchĆ© la societĆ  proprietaria di un esteso cantiere per la produzione del calcestruzzo, ubicato nella frazione Lido di Catanzaro.

Dagli accertamenti svolti nellā€™ambito del procedimento penale emergeva, peraltro, che gli imprenditori, al fine di tutelare il loro patrimonio da possibili provvedimenti ablativi da parte dellā€™AutoritĆ  Giudiziaria, avevano intestato fittiziamente alcune delle loro aziende a terzi soggetti prestanome, anche in considerazione dellā€™emissione, da parte della Prefettura di Catanzaro, delle interdittive antimafia che avevano colpito le societĆ  riconducibili ai Lobello, Cal.Bi.In. S.R.L., Cantieri Edili – Iniziativa 83 S.R.L. e Strade Sud S.R.L., circostanza che aveva reso ancora piĆ¹ pregnante per gli imprenditori lā€™esigenza di proteggere dalle misure ablative di prevenzione le societĆ  a loro riconducibili. Le indagini economico-patrimoniali condotte dagli investigatori del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, prodromiche allā€™emanazione dellā€™odierno provvedimento di sequestro, hanno consentito di ricostruire in capo ai tre ingenti patrimoni, i cui valori sono risultati sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati o alle attivitĆ  economiche svolte dagli stessi e dai loro familiari. Gli accertamenti sono stati estesi a tutti i soggetti legati con i predetti dai vincoli previsti dalla normativa di prevenzione, nonchĆ© alle altre persone fisiche e giuridiche, societĆ  e consorzi, del cui patrimonio i Lobello potevano disporre in tutto o in parte, direttamente o indirettamente.

Gli accertamenti documentali in ordine alle variazioni patrimoniali e societarie che si sono verificate nel corso degli anni, sono state corroborate da complesse e articolate indagini, anche bancarie, che hanno riguardato anche le rispettive societĆ , anche in ragione della stretta comunione di interessi nella gestione delle attivitĆ  economiche e finanziarie dei predetti imprenditori, avendo evidenziato, le investigazioni patrimoniali, una sorta di ā€œholding familiareā€.

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