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sabato, 20 Aprile, 2024
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Gravi gli scrittori Manfredi e Prenner, intossicati dal gas: sull’incidente gossip e l’ombra di un reato colposo

E’ in coma profondo lo scrittore Valerio Massimo Manfredi, ricoverato a Grosseto dopo l’intossicazione da monossido di carbonio di ieri. Le sue condizioni, secondo il bollettino medico, non sarebbero disperate, ma l’episodio ha già assunto i contorni del giallo. La figlia dello scrittore, Diana Manfredi, che lo ha trovato privo di sensi nel suo appartamento di Trastevere, aveva persino pensato a un delitto alla vista, nella stanza da letto, dei corpi esanimi del padre e della donna che era con lui. Sul nome di questa persona c’è stato subito fitto riserbo: il romanziere 77enne è infatti sposato con la traduttrice americana Christine Fedderson, madre dei suoi figli, ed erroneamente molti media hanno supposto che la donna che dormiva nell’appartamento fosse lei. Si è poi appreso che invece si tratta di Antonella Prenner, filologa, docente dell’Università Federico II di Napoli e anche lei scrittrice. Adesso è ricoverata nell’ospedale romano Umberto I (ma sarà trasferita per mancanza di camere iperbariche, occupate dai malati di Covid) e tra i due ha inalato la quantità maggiore di monossido, tanto che i medici ritengono che, pur fuori pericolo, riporterà gravi danni cerebrali. Dalla notizia dell’incidente, Prenner è stata definita genericamente “una donna” e l’identificazione tardiva, insieme alla confusione con la moglie del romanziere, appare uno sciacallaggio di cattivo gusto. Tanto più che la 45enne Antonella Prenner non è una sconosciuta, ma un’apprezzata studiosa di letteratura antica, autrice di varie pubblicazioni e un romanzo, oltre che nota per essere stata assessore comunale alla cultura a Formia. Nonostante questo, nei titoli che scorrono sui media continua ad essere indicata in modo allusivo e offensivo come “la donna che era con Manfredi” e il suo curriculum è liquidato in poche righe (a fronte – è quasi scontato sottolinearlo – di quello del celebre archeologo e romanziere). Insomma, il sessismo non si ferma neanche davanti a qualcuno che rischia di morire.
La figlia di Manfredi, che inizialmente aveva ipotizzato un duplice omicidio, notando la cortina irrespirabile che avvolgeva la stanza, si è convinta a ricollegare l’avvelenamento a una fuoriuscita di gas combusto da una caldaia malfunzionante. Sull’episodio è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo, indagando sulle responsabilità della ditta che aveva effettuato di recente la manutenzione della caldaia. Ma ciò che davvero conta ora è la salvezza di Manfredi e Prenner, oltre al rispetto per la dignità di entrambi, lambita da inopportune curiosità. Certe volte la vita vera somiglia a quei romanzi dove quando accade un dramma non è più possibile nascondere segreti e vicende private, destinati a finire nell’impietoso tritacarne del gossip.
Isabella Marchiolo
 

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