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venerdì, 26 Aprile, 2024
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Gratteri contesta ‘Il Foglio’: stravolto il senso della mia prefazione ad un libro

«Non sono negazionista, tutt’altro». Nicola Gratteri, finito nel mirino dei giornalisti de Il Foglio per le poche righe di prefazione al volume appena pubblicato da Pasquale Bacco e Angelo Giorgianni che contesterebbero la gravità della pandemia e griderebbero al complotto di Stato, non immaginava certo di trovarsi additato come uno che «sposa i deliri» dei due complottisti.
«In realtà», spiega sereno, «ho solo colto l’occasione per scrivere quello che vado dicendo da tempo e cioè che la pandemia è un’occasione per le mafie di rafforzare il suo potere». Il magistrato ricorda che «nessuno in Procura ha sottovalutato il pericolo del covid e che anzi sono state acquistate migliaia di mascherine per l’Ufficio e siamo tutti vaccinati. La mia è stata una delle prime procure a far installare plexiglass, dispenser di disinfettanti, a limitare l’accesso al pubblico e a dotarsi di tre nuove pec per il deposito degli atti così da evitare il più possibile il contatto tra le persone e i possibili contagi». Associarlo ai negazionisti «stravolgendo il senso della mia prefazione è una strumentalizzazione. Il mio intervento era semplicemente nell’ottica di ricordare, come scrivo in quelle poche righe, che il sistema-Paese, minato dalla tempesta in corso, rischia di lasciare al crimine organizzato nuovi spazi di manovra, nei quali nessuna azione di contrasto sarà possibile senza una chiara comprensione delle vicende. Le avvisaglie non sono mancante: più di 40.000 aziende hanno già cambiato proprietà e molti ‘broker’ hanno cominciato a offrire garanzie bancarie a imprenditori in difficoltà».
«Non ho alcun dubbio che il covid esista, che la pandemia sia un pericolo, che bisogna vaccinarci, come stiamo facendo, che bisogna osservare tutte le misure di prevenzione dei contagi. Vorrei però che si facesse di più e più in fretta perché, come scrivo in questa contestata prefazione, i contrattempi rischiano di favorire le mafie, come è sempre successo con le pandemie e le calamità del passato che hanno finito per creare una sorta di economia e di politica della catastrofe». Il covid, continua il procuratore, «esiste eccome. Il punto, però, è capire come agire in fretta perché le organizzazioni mafiose sono pronte a mettere e mani sul recovery fund, sul mercato redditizio dei falsi tamponi, dei falsi medicinali e dei falsi vaccini. Alla mafia conviene che le cose non funzionino perché è sempre stato più conveniente buttarsi sulla ricostruzione che non sulla prevenzione. Sulla pandemia non servono le polemiche strumentali, servono azioni concrete per evitare che le mafie continuino ad arricchirsi e ad espandere il loro potere».
Annachiara Valle
(famigliacristiana.it)

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