Un adolescente finisce al pronto soccorso in crisi d’astinenza da smartphone. Non aveva assunto sostanze, ma mostrava ansia, irrequietezza e disagio psicofisico tanto che i medici sono stati costretti a trattarlo con degli ansiolitici. Il caso del ragazzino di Orbassano, alle porte di Torino, è emerso proprio nei giorni in cui è in corso il convegno «Laboratorio di idee sulla salute mentale», organizzato da Motore Sanità a Torino. Un esempio delle nuove dipendenze comportamentali che affiorano nei reparti d’emergenza. La dipendenza da smartphone coinvolge le stesse aree cerebrali delle sostanze psicoattive. Secondo le neuroscienze, l’uso eccessivo attiva il sistema dopaminergico, generando gratificazione immediata e richiesta continua di stimoli da parte del cervello.
I segnali della dipendenza digitale sono ormai riconoscibili sul piano clinico.
- Ansia e irritabilità in assenza del dispositivo
- Difficoltà a interrompere l’uso
- Isolamento sociale
- Calcolo del rendimento scolastico
- Disturbi del sonno
Secondo uno studio del 2017 condotto in Corea, il 21,6% degli studenti delle scuole medie è a rischio dipendenza. Lo stress scolastico e il burnout si confermano fattori scatenanti. Anche in Italia, dati del Ministero della Salute indicano che oltre un quarto degli adolescenti fa un uso problematico del cellulare, con impatto sul sonno fino a 6 ore e mezza in meno a settimana. La terapia cognitivo-comportamentale è attualmente il metodo più efficace. Gli interventi più duraturi (almeno 7-8 sedute) sono quelli che danno i risultati migliori. Un’analisi ha confermato l’efficacia di approcci educativi intensivi per ridurre l’uso compulsivo. La risposta del sistema sanitario è ancora inadeguata. Oggi gli ospedali intervengono solo sulle crisi psichiatriche legate alla dipendenza. La presa in carico dei casi strutturali è spesso demandata ai SerD, ancora improntati a una logica centrata sulle sostanze. Alcune aziende sanitarie stanno sperimentando un modello multidisciplinare. La collaborazione tra psichiatria, neuropsichiatria e psicologia si rivela necessaria per affrontare il disagio giovanile in modo unitario. In una società iperconnessa, serve aiutare i ragazzi a sviluppare strumenti emotivi e cognitivi per non restare intrappolati nella tecnologia.
Il ruolo della famiglia è fondamentale per prevenire e affrontare la dipendenza digitale.
- Contattare il SERD locale per una prima valutazione specialistica.
- Rivolgersi al pediatra o al medico di base per un primo screening e per un eventuale invio ai servizi specialistici.
- Non sottovalutare i segnali di disagio e chiedere supporto psicologico tempestivamente.
- Informarsi sulle comunità terapeutiche e centri di supporto disponibili a Torino.