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sabato, 27 Aprile, 2024
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GdF scopre frode informatica nel Cosentino: Sequestrati 32 apparecchi da gioco con scheda clonata

Nelle scorse ore, i Finanzieri del Comando Provinciale Cosenza, funzionari dellā€™Ufficio dei Monopoli per la Calabria e del gruppo CP Operazioni della Direzione Generale dellā€™Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli (ADM), coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, hanno sottoposto a sequestro 32 apparecchi da gioco muniti di scheda clonata ed oltre 16 mila euro, ritenuti frutto dellā€™illecita attivitĆ  di frode informatica.

Per tale ipotesi di reato risulta indagato lā€™amministratore/legale rappresentante di una societĆ  di Castrovillari (CS), dedita alla gestione/noleggio di tali apparecchi da divertimento presso vari esercizi commerciali della provincia di Cosenza ed in Lombardia, Campania e Basilicata.

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Il servizio trae origine da alcuni spunti investigativi derivanti dalla segnalazione di una societĆ  specializzata nella manutenzione di smart card di videogiochi in merito alla presenza di una scheda palesemente alterata, inviata per la riparazione dal citato gestore di Castrovillari.

A seguito di ulteriori approfondimenti e riscontri eseguiti dalle Fiamme Gialle e dai funzionari ADM, la Procura della Repubblica di Catanzaro, competente sui reati informatici, ha disposto perquisizioni sia presso il magazzino del gestore castrovillarese che presso gli esercizi commerciali ove erano installati i congegni da gioco.

Allā€™esito delle perquisizioni, ĆØ stato accertato che 32 apparecchi su 87 erano irregolari, in quanto muniti di una doppia scheda da gioco, abilmente occultata in apposito doppio fondo, che permetteva di eludere il conteggio delle giocate ed evadere le imposte dovute allā€™erario (il cosiddetto prelievo unico erariale).

I videogiochi del tipo new slot, come quelli in questione, sono apparecchi da divertimento (contemplati dallā€™articolo 110, comma 6, lettera a del TULPS) che erogano vincite in denaro e sono collegati alla rete telematica dellā€™ADM a cui inviano, in automatico, i dati sulle giocate effettuate. Su queste vengono determinate le imposte da versare.

Nel caso di specie, la presenza di una doppia scheda (cosiddetto clone) permetteva di inoltrare solo dati parziali e, di conseguenza, veniva dichiarato meno del dovuto, al fine di evadere le imposte. Lā€™ipotesi investigativa ĆØ dunque che sia stata realizzata una frode informatica. Il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari.

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